Paperando

"DETTI famosi" e "FRASI fatte"

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silvanapat
view post Posted on 20/1/2008, 08:09




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* Culo e camicia

Si dice di due persone che sono perfettamente in sintonia tra loro. Si dice anche "andare d'amore e d'accordo", o "essere pappa e ciccia"; il riferimento è all'epoca in cui le 'culottes', le mutande, non erano molto diffuse nel volgo, e la camicia restava a diretto contatto con le parti intime.

* Da che mondo è mondo

Da quando esiste il mondo. Da sempre.

* Dai e dai

Espressione usata per esprimere che, ripetendo qualcosa più volte, alla fine potrebbe succedere qualcosa (di bello/brutto).

La ripetizione della parola dai sottolinea proprio il ripetersi di una certa azione nel tempo.

Esempi: "Dai e dai si rompe" (riferito a qualche azione che ha a che fare con un oggetto e che potrebbe romperlo se viene ripetuta a lungo), "Dai e dai ce l'ha fatta" (per indicare che qualcuno è riuscito a fare qualcosa in più tentativi).

* Dalla padella alla brace

L'espressione significa "di male in peggio", e viene usata per descrivere o commentare la situazione in cui viene proposto un rimedio peggiore del male.

Deriva da un antico racconto tradizionale: una tinca invitò le sue compagne a saltare dalla padella: in questo modo si salvarono dall'olio bollente solo per morire nella brace.

Modi di dire analoghi erano diffusi già presso i latini, che dicevano (ad esempio) fumum fugere in ignem (sfuggire il fumo per trovarsi nel fuoco) o cinerem evitare in prunas (evitare la cenere e trovarsi tra i carboni ardenti).

* Dalle stelle alle stalle

Dalla somma fortuna all'infima disgrazia. Espressione suggerita dalla paronomasia.

* Dammi un cinque

Diffuso anche con l'equivalente inglese Give me five (o Gimme five), è un'espressione con cui qualcuno chiede al suo interlocutore di battere tra loro le rispettive mani destre, a palmo aperto, producendo un rumore secco.

Si tratta di un tipo di gestualità tipicamente statunitense, che prese piede in Italia negli anni ottanta, forse attraverso le trasmissioni delle partite di basket NBA che ebbero una certa popolarità tra i più giovani.

A diffondere ulteriormente l'espressione fu Jovanotti, con uno dei suoi primi successi, Gimme five
.
Il gesto indica intesa e amicizia tra le due persone. Cinque si riferisce naturalmente alle dita della mano.

Varianti: Gimme five, Dammi il cinque.

* Da quale pulpito (viene la predica)

Espressione ironica che sottolinea che chi "predica" è il primo a non fare di fatto ciò che dice.

Il pulpito è la postazione, ancora presente in molte chiese, sulla quale saliva il sacerdote per farsi meglio ascoltare durante la predica e posto in genere al centro della navata.

Attualmente tale struttura è raramente utilizzata, anche grazie ai moderni sistemi di amplificazione che consentono al sacerdote di essere udito chiaramente anche dall'altare.

* Darci dentro

Impegnarsi a fondo in un'attività.

* Dare adito a

Letteralmente "concedere spazio", quindi "permettere" ed anche "suscitare".

Potrebbe dare adito a dubbi "Potrebbe lasciare spazio per dei dubbi".

Ha dato adito a contestazioni "ha suscitato contestazioni".

* Dare aria ai denti

Parlare tanto per parlare, inutilmente, letteralmente aprire la bocca solo per rinfrescare i denti con l'aria.

* Dare i numeri

Sragionare, dir cose insensate, delirare.

Chi ascolta può tradurre le frasi insensate in numeri attraverso la smorfia e giocarseli al lotto.

* Dare per scontato

Considerare ovvio, evidente, assodato.

* Darsela a gambe

Scappare

* Darsi all'ippica

Dedicarsi a qualsiasi altra cosa, che non sia quella in cui è impegnato.

Esortazione ironica volta a sottolineare l'incapacità di qualcuno.

* Darsi da fare

Impegnarsi a fondo in un'attività.

* Darsi delle arie

Darsi un'eccessiva importanza; attribuirsi un valore o delle capacità illusorie.

Il temine "aria" è adoperato nel significato figurato di "apparenza", "aspetto", ecc.

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Edited by silvanapat - 17/2/2008, 08:09
 
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view post Posted on 21/1/2008, 10:35
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La felicità è come una farfalla:dura il tempo di un battito d'ali

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CITAZIONE
* Dare aria ai denti

Parlare tanto per parlare, inutilmente, letteralmente aprire la bocca solo per rinfrescare i denti con l'aria.

quanto è vera questaaa!!!

:thumbup5wo.gif: grazie Silvana!! :025.gif:
 
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silvanapat
view post Posted on 23/1/2008, 07:34




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* Della serie

Espressione utilizzata all'inizio di frase per descrivere una frase e/o un avvenimento collocandolo dentro una "serie" appunto. Es: A:Guardalo! Prima lo picchia e poi scappa!

B:Della serie "tira il sasso e nasconde la mano"


* Di facili costumi

Lo si dice di una donna non molto fedele.

* Di nicchia
* Di buzzo buono


Di buono spirito, avendo voglia di lavorare, alacremente.

* Dio lo vuole

È la traduzione italiana del motto latino Deus vult, che il Papa Urbano II avrebbe pronunciato il 27 novembre 1095 sulla piazza della cattedrale di Clermont-Ferrand (Francia), lanciando la prima crociata, "voluta" appunto da Dio.

La frase oggi viene usata soprattutto in senso parodico, per ironizzare l'atteggiamento di chi ritiene di avere Dio dalla sua parte.


* Dio patria famiglia

La formula, di origine nazionalista, venne adottata come slogan dal fascismo durante la conquista del potere da parte di Mussolini.

* Di ogni erba un fascio (di tutta l'erba un fascio)

Letteralmente, significa raccogliere tutte le specie di erbe in un solo fascio, senza distinguerle.

In senso metaforico, descrive e stigmatizza l'atteggiamento di chi in una disputa o in una conversazione raggruppa tutti i suoi oppositori in un unico insieme confuso e indistinto.

L'espressione (di chiara origine contadina) era già attestata da B. Varchi nella sua Grammatica (1807).

* Di un certo spessore

Dotato di profondità, non superficiale.

* Domani è un altro giorno

Citazione dal popolare film Via col vento del 1939: è la battuta finale del film, pronunciata dall'indomita protagonista Rossella O'Hara, interpretata da Vivien Leigh ("Domani è un altro giorno, e si vedrà").

È passata nell'uso comune nel senso di "intanto facciamo così, poi si vedrà", equivalente al francese "que sera sera".

* Dopo di noi il diluvio

(si usa dire anche la tempesta) è un modo di dire italiano sul calco del francese après nous le déluge.

L'espressione riferita a chi sente che dopo la propria morte (reale o metafisica) le cose andranno a finire male, dimostra lo scarso interesse per il destino altrui.

È una frase attribuita alla Madame de Pompadour (nata Jeanne-Antoinette Poisson) che intendeva sollevare il morale di Luigi XV, suo amante, dopo la sconfitta di Rossbach, invitandolo a non pensare alle drammatiche conseguenze.

* Due di picche

In molti giochi di carte il due di picche è una carta dal valore praticamente nullo.

Prendere il due di picche da qualcuno quasi sempre significa ricevere un rifiuto a una proposta di carattere sentimentale.

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Edited by silvanapat - 22/2/2008, 15:24
 
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pieraim
view post Posted on 23/1/2008, 09:33




CITAZIONE
Della serie

Espressione utilizzata all'inizio di frase per descrivere una frase e/o un avvenimento collocandolo dentro una "serie" appunto. Es: A:Guardalo! Prima lo picchia e poi scappa!

ihihihi ...questa me la riferisce sempre mio figlio :lol: :P ...quando mi saluta ed esce di casa il sabato sera oppure prima di un viaggio, ed io lo abbraccio e poi lo guardo negli occhi e lui dice "della serie ...vai piano ,non bere, non tornare tardi..." :007.gif: :4goc9vr.gif:
 
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silvanapat
view post Posted on 24/1/2008, 22:28




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* E compagnia bella

Il modo di dire, una variante più colorita dell'espressione "eccetera", ebbe successo soprattutto nel secondo dopoguerra, per l'uso che ne fece Adriana Motti nella sua fortunata traduzione di Catcher in the Rye ("Il giovane Holden").
Nel testo originale di J. D. Salinger, l'espressione "...and all" era estremamente frequente: per evitare le ripetizioni, che avrebbero infastidito i lettori della versione italiane, la Motti ricorse a una lunga serie di perifrasi, tra cui "e tutto quanto", "eccetera eccetera", "e quel che segue", "e via discorrendo" e, appunto "e compagnia bella".
In un'intervista , la Motti afferma di avere ripreso questa e altre espressioni dai suoi nipoti.


* Ed è subito sera

Titolo dei una poesia e di una raccolta di versi di Salvatore Quasimodo del 1942, capolavoro dell'ermetismo italiano. Universalmente adoperata come citazione colta (anche in senso parodico), con lo stesso significato di "Il tempo fugge".

* .E io pago

qualcuno si diverte, sprecando risorse che alla fine toccherà a me pagare.
Un'espressione colloquiale molto diffusa, affine nel significato a Paga Pantalone.


* Elogio sperticato

Elogio eccessivo, paradossale.
La pertica era un'antica unità di misura dei terreni.

* Eminenza grigia

Con il soprannome di Éminence grise (eminenza grigia in francese) divenne celebre il frate François-Joseph Le Clerc du Tremblay (1577-1638 di Lencloître), segretario del cardinale Richelieu.
I contemporanei lo consideravano una delle "menti" del governo di Richelieu, malgrado non rivestisse una carica ufficiale e conducesse una vita ritirata.
In un primo momento l'appellativo veniva usato per distinguere il frate dall' eminenza rossa, ovvero lo stesso Richelieu, che vestiva il manto dei cardinali.
In seguito nell'uso popolare l'espressione eminenza grigia è stata associata al cardinale stesso.
In generale l' eminenza grigia è una personalità molto potente e poco visibile, che aiuta persone importanti a prendere decisioni o addirittura "trama nell'ombra".

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Edited by silvanapat - 25/1/2008, 16:33
 
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silvanapat
view post Posted on 25/1/2008, 16:30





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E pur si muove!

E pur si muove! è una frase celebre della lingua italiana.

La frase, che molti ritengono pronunciata da Galileo Galilei al tribunale dell'Inquisizione al termine dell'abiura dell'eliocentrismo, in realtà è stata probabilmente 'inventata' dal giornalista Giuseppe Baretti, che aveva ricostruito la vicenda per il pubblico inglese in un'antologia pubblicata a Londra nel 1757, Italian Library.

A "muoversi", naturalmente, è la Terra, secondo quella teoria copernicana che Galilei aveva cercato di verificare sperimentalmente e che aveva difeso nel Dialogo sopra i Massimi Sistemi.
Ma è molto improbabile che Galilei abbia veramente mormorato la frase davanti al tribunale dell'Inquisizione.
Inventando l'aneddoto, Baretti voleva probabilmente difendere la dignità dello scienziato italiano, pure costretto all'atto di abiura.
Anche ricorrendo alla minaccia della tortura, il potere non può modificare la coscienza di uno scienziato (e tantomeno le leggi fisiche).

Giova anche però ricordare che al momento del processo da parte della Congregazione del Sant'Uffizio nel 1633 Galileo aveva 70 anni e per la legge dell'epoca chi aveva 65 o più anni non poteva venire torturato .
Si dice anche che Galileo l'abbia detta lavorando dentro al duomo di Pisa vedendo un lampadario dondolare sotto l'effetto del vento (non verificata). La frase viene ancora usata, nel lessico giornalistico e colloquiale, per esprimere un dubbio che resiste a tutte le rassicurazioni (o le intimidazioni) fornite dall'interlocutore.

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silvanapat
view post Posted on 26/1/2008, 18:13




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Errore sesquipedale

è un'espressione polirematica della lingua italiana tesa a rappresentare un giudizio dispregiativo su un'azione ritenuta sbagliata.

Indica uno sbaglio, svarione o topica madornale, di difficile misurazione. L'aggettivo sesquipedale deriva dal nome dell'omonima unità di misura di lunghezza in uso presso i latini e significa in questo contesto «esageratamente grande, enorme, smisurato».

Il tono dell'espressione risulta volutamente iperbolico e ironico, dal momento che un errore non si può, naturalmente, misurare fisicamente.

È un altro paio di maniche

Sin dall'Ottocento, l'espressione ricorre nell'italiano colloquiale e letterario col significato di "tutta un'altra cosa, non paragonabile con la precedente", spesso con l'intenzione di indicare che uno dei due termini di paragone sia "di gran lunga migliore" o al contrario "di gran lunga peggiore".

Il detto è ancora molto usato, benché alla lettera risulti praticamente incomprensibile a chi non conosca l'usanza medievale e rinascimentale di scambiarsi un paio di maniche tra fidanzati (a quel tempo gli abiti erano corredati di maniche di ricambio).

Ma nemmeno allora l'amore durava per sempre, e così a un "paio di maniche" spesso ne subentrava un altro.


Si può ricondurre, ancora più semplicemente, l'espressione idiomatica, alla suddetta usanza in quanto lo stesso vestito poteva assumere sembianze completamente diverse a seconda delle maniche che vi venivano abbinate.

* È uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare

Il detto, diffuso almeno dagli anni cinquanta, è il calco dell'inglese It's a dirty job, but someone's got to do it.


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Edited by silvanapat - 22/2/2008, 15:27
 
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Pulcino Felice
view post Posted on 26/1/2008, 18:35




CITAZIONE (silvanapat @ 26/1/2008, 18:13)
È un altro paio di maniche

Sin dall'Ottocento, l'espressione ricorre nell'italiano colloquiale e letterario col significato di "tutta un'altra cosa, non paragonabile con la precedente", spesso con l'intenzione di indicare che uno dei due termini di paragone sia "di gran lunga migliore" o al contrario "di gran lunga peggiore".

Il detto è ancora molto usato, benché alla lettera risulti praticamente incomprensibile a chi non conosca l'usanza medievale e rinascimentale di scambiarsi un paio di maniche tra fidanzati (a quel tempo gli abiti erano corredati di maniche di ricambio).
Ma nemmeno allora l'amore durava per sempre, e così a un "paio di maniche" spesso ne subentrava un altro.

Si può ricondurre, ancora più semplicemente, l'espressione idiomatica, alla suddetta usanza in quanto lo stesso vestito poteva assumere sembianze completamente diverse a seconda delle maniche che vi venivano abbinate.

In inglese questa espressione si dice:

It's another kettle of fish = è un altro bollitore di pesce... ma che cosa c'entra??????
 
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silvanapat
view post Posted on 27/1/2008, 08:04




è una frase idiomatica:

kettles of fish.

1. A troublesomely awkward or embarrassing situation.

2. If you refer to something as "another Kettle of Fish" or "a different Kettle of Fish," you mean that is completely different than the usual or the norm.

ecco un link molto interessante:
http://www.answers.com/topic/kettle-of-fish
 
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silvanapat
view post Posted on 31/1/2008, 07:35




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* Essere a casa di Dio

Lo si dice di una località molto lontana.


* Essere alla frutta

Essere arrivati alla fine della propria esistenza, o delle proprie forze, o delle proprie speranze, o simili.

Allude alla frutta come portata finale del pasto.


*Essere al verde

Essere al verde è un modo di dire tipico della lingua italiana colloquiale, ma anche letteraria, che significa "rimanere senza un soldo".

L'espressione è diffusissima, ma l'origine è sconosciuta ai più.

Sull'origine dell'espressione esistono differenti teorie: nella maggior parte dei casi si tratta di pseudoetimologie, a volte nate in contesti locali.

* Nelle sue Note al Malmantile riacquistato (1688), Paolo Minucci ricorda come nelle aste pubbliche del Magistrato del Sale di Firenze si adoperassero, come 'segnatempo', delle lunghe candele di sego tinte di verde nell'estremità inferiore: quando la candela arrivava "al verde", l'asta si chiudeva.

Da qui era nata l'espressione la candela è al verde, per indicare che il tempo era finito, ma anche essere al verde di denari, che in seguito nell'uso comune si è contratta nell'attuale essere al verde.

* Secondo un'altra teoria, l'espressione deriverebbe da un'usanza medievale che prevedeva l'accensione di una lanterna verde quando era pronto il cibo per una speciale categoria di poveri, i "vergognosi", coloro cioè che non erano nati poveri ma che lo erano diventati e che per questo motivo non si adattavano alla questua "normale".

Questa usanza permetteva loro di entrare nell'ente caritatevole in silenzio, senza bussare, con minori probabilità di essere visti.

* Solamente i poveri non avevano i soldi per comperare una candela nuova quando essa era finita, cosicché la utilizzavano fino alla base, che, un tempo, era sempre di color verde.

* Altri studi hanno ipotizzato che il modo di dire derivi da un'antica usanza medievale, che consisteva nel far portare un berretto verde ai falliti in segno di pubblico scherno.

* A Padova si dà per certa l'origine della frase dalla sala verde dell'antico Caffè Pedrocchi, dove per antica tradizione chiunque può accomodarsi senza consumare.

* Altri sostengono che l'espressione sia nata nelle case da gioco.

Il giocatore che ha perso tutte le sue fiches quando guarda il punto dove teneva il proprio gruzzoletto vede solo il tavolo da gioco, tradizionalmente verde.

Equivalenti in altre lingue

* inglese: to be penniless, to be on the rocks, to be flat broke


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Edited by silvanapat - 22/2/2008, 15:30
 
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silvanapat
view post Posted on 1/2/2008, 00:24




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* Essere duro da grattare

Espressione giovanile gergale che indica l'essere molto ubriaco.
Usata molto in Emilia Romagna.

Duro da grattare è la similitudine con il formaggio parmigiano reggiano che quando molto duro è adatto ad essere grattugiato sulla pastasciutta.

* Essere d'uopo

Essere necessario, opportuno.

* Essere in procinto di

Forma figurata derivata verosimilmente dal latino procintum.

Questa espressione era composta da pro- (preposizione che significava "davanti") e dal sostantivo cintum, derivato dal verbo "cingere" e che sottintendeva la parola "arma", cioè le armi.

Il senso che se ne ottiene è: "davanti, con le armi in pugno".

Quindi l'espressione indicava un esercito pronto all'attacco.

Oggi ha assunto il significato di "apprestarsi a compiere un azione entro brevissimo tempo".


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Edited by silvanapat - 19/2/2008, 16:56
 
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silvanapat
view post Posted on 1/2/2008, 06:54




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Essere o non essere

Essere o non essere (To be or not to be nell'originale inglese) è una frase dell'Amleto di Shakespeare.

La battuta viene pronunciata dal principe Amleto all'inizio del monologo che apre la prima scena del terzo atto della tragedia.

È una delle frasi più celebri della letteratura di tutti i tempi, ed è stata oggetto di numerosi studi e diverse interpretazioni.

L'interrogativo esistenziale del vivere (essere) o morire (non essere) è alla radice dell'indecisione che impedisce ad Amleto di agire (il famoso dubbio amletico). Spesso è stato associato all'idea del suicidio.

Nell'immaginario popolare il celebre monologo viene spesso confuso con un'altra scena dell'opera, quella di Amleto che scopre il teschio del buffone di corte Yorick.
Questa confusione ha dato origine alle varie rappresentazioni di Amleto che pronuncia «essere o non essere» mentre regge in mano un teschio.

Nel linguaggio comune, l'espressione essere o non essere viene spesso adoperata anche in senso parodico, così come tutte le infinite varianti del tipo ... o non ... .


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silvanapat
view post Posted on 4/2/2008, 19:09




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* Faccia di bronzo

Una statua di bronzo non può ovviamente cambiare espressione.

Ma la locuzione faccia di bronzo non viene adoperata per tutte le persone imperturbabili, bensì soltanto per quelle che riescono a rimanere impassibili nelle situazioni più imbarazzanti, senza arrossire quando vengono pubblicamente offese o sbugiardate.

Col significato di "audacia svergognata", la locuzione è attestata già da Niccolò Tommaseo nel suo Dizionario (1865).
Varianti: Faccia tosta.

* Facile come bere un bicchier d'acqua

Metafora che indica come una certa azione sia (oppure si ritenga) facilissima.

* Fare buon viso a cattivo gioco

Avere un atteggiamento positivo anche in una situazione sfavorevole, ad esempio per non dare soddisfazione ad un antagonista che vuole mettere il soggetto in difficoltà.

* Fare faville

Avere successo, essere particolarmente bravi in una attività.

* Fare del cinema

Mettersi in evidenza in maniera esagerata.

* Fare filotto

Ottenere risultati positivi in una successione di eventi, come chi vince molte partite consecutive.

Deriva dal gioco del biliardo detto "all'italiana" ove "fare filotto" è rappresentato dall'abbattimento di una fila di birilli nella loro tipica disposizione a croce, il ché dona a chi lo effettua, secondo criteri precisi, un buon punteggio.

* Fare il fenomeno

"Phainómenon",in greco antico è il participio passato del verbo "pháinomai", che significa "io appaio".
Chi "fa il fenomeno", si comporta in modo da mettersi in evidenza agli occhi degli altri.

* Fare il portoghese

Nell'uso comune l'espressione fare il portoghese è utilizzata per intendere "usufruire di un servizio senza pagarlo", per esempio intrufolandosi tra il pubblico di uno spettacolo senza pagare il biglietto d'ingresso.

Nonostante le apparenze, l'espressione - relativa a un fatto storico avvenuto a Roma nel XVIII secolo - non si riferisce in alcun modo a persone provenienti dal Portogallo: l'ambasciatore del Portogallo presso lo Stato Pontificio invitò i portoghesi residenti a Roma ad assistere gratuitamente a uno spettacolo teatrale presso il Teatro Argentina; non vi era bisogno di invito formale, in quanto bastava dichiarare la propria nazionalità portoghese.

Molti romani, tuttavia, cercarono di approfittare dell'opportunità spacciandosi per portoghesi, da cui l'avvertimento non fare il portoghese per diffidare chicchessia ad astenersi dal mettere in atto trucchi o raggiri per poter usufruire di un servizio senza averne titolo.

La vicenda, riportata da molti dizionari (cfr. la voce "portoghese" su Garzanti Linguistica), è raccontata anche in un libro portoghese, O Barco Pescarejo di José Coutinhas.

ne ho già parlato nella discussione "LO SAPEVATE?


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silvanapat
view post Posted on 15/2/2008, 08:24




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*Fare le scarpe

Nel vocacolario è scritto: "fare le scarpe a qualcuno: fargli del male nascondendosi sotto una falsa apparenza di amico".

A questo proposito James G.Frazer in "Il ramo d'oro", racconta del rito da consumarsi, presso alcuni selvaggi, quando si crede che un uomo abbia perso la sua anima: "...certi Indiani riprendono l'anima smarrita di un uomo per mezzo delle scarpe e gliela restituiscono facendogliele calzare" (Boringhieri, Torino 1973, vol.I, p.292).

* Fare le veci

Sostituire.
Ad esempio i tutori sostituiscono i genitori, facendone le veci.

* Fare lo gnorri, fare il nesci, fare l'indiano

Far finta di non capire o di non sentire.

* Fare pelo e contropelo

Torchiare.

* Fare quadrato

Disporsi tutti insieme in difesa della propria posizione comune. È mutuato dal gergo militare quando, per affrontare un nemico che attacca su più fronti, le fanterie si dispongono in formazione a quadrato, coprendosi vicendevolmente le spalle.

*Fare San Martino

Fare San Martino (fàa Sàn Martéen o fàa Sàn Martín in lombardo) è un modo di dire usato (seppur raramente) in alcune zone della pianura padana.

Significa traslocare o trasferirsi, ma anche, in senso più ampio, cambiare luogo di lavoro.

L'origine di questa frase fatta risale ad alcuni secoli or sono ed aveva un riscontro pratico sino a qualche decennio fa, quando una grossa parte della popolazione attiva della pianura padana era occupata nel settore agricolo (come mezzadri o braccianti).

L'anno lavorativo dei contadini terminava a inizio novembre e, nel caso il datore di lavoro (proprietario dei campi e padrone della cascina) non avesse rinnovato il contratto con il bracciante per un altro anno, egli era costretto a trovarsi un nuovo impiego altrove, presso un'altra cascina.

In tal caso doveva abbandonare la casa (anch'essa di proprietà del padrone) e trasferirsi nella nuova dimora, con tutta la famiglia al seguito.

La data scelta per il trasloco era quasi sempre l'11 novembre, giorno in cui la Chiesa ricorda San Martino di Tours, per tradizione e per ragioni climatiche (il periodo di tempo stabile e soleggiato che contraddistingue — in media — i giorni attorno alla prima decade di novembre sono definiti "estate di San Martino").


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silvanapat
view post Posted on 17/2/2008, 08:00




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* Far fronte (comune)

Affrontare (insieme e compatti) le difficoltà. Mutuato dal gergo militare in cui i soldati si disponevano in una o più file compatti formando un fronte.

* Far fuori

Espressione della lingua parlata che può essere usata con due significati: "far fuori un nemico", significa uccidere qualcuno; può però assumere anche un significato metaforico, se riferito ad esempio ad una persona che aspira ad una carica prestigiosa e, avendo un rivale che gli contende il posto, riesce ad eliminarne la concorrenza, con sistemi non necessariamente corretti.

* Far ridere i polli

Comportarsi in modo ridicolo, suscitando l'ilarità generale.

* Farla finita

Significa suicidarsi oppure smettere in modo definitivo un'attività o una relazione.

* Farla franca

Scappare senza essere riconosciuto.

* Farla pagare (cara)

Espressione che significa "vendicarsi". Es:Gliela farò pagare (cara).

* Farsene una ragione

Rassegnarsi.

* Farsi in quattro

Impegnarsi, moltiplicando le proprie forze, per un obiettivo o una persona.

* Far vedere i sorci verdi

Locuzione entrata nell'uso in seguito alle vittorie di una squadriglia aerea, i "Sorci Verdi", famosa per le imprese nel 1937 e 1938.

Entrata nell'uso comune con il senso di stravincere.

* Far venire i nervi

Innervosire una persona.

* Fasciarsi la testa prima di essersela rotta

Considerarsi sconfitti prima ancora di affrontare un problema, mostrando quindi un atteggiamento eccessivamente apprensivo.

* Fatti non foste a viver come bruti

Citazione dal ventiseiesimo Canto dell'Inferno di Dante Alighieri.

Nella bolgia dei consiglieri fraudolenti, Ulisse racconta a Dante di avere incoraggiato i suoi compagni a un viaggio nell'oceano sconosciuto, pronunciando un piccolo discorso (orazion picciola):

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza


L'espressione è divenuta proverbiale: gli uomini, secondo Dante, non sono stati creati da Dio per "vivere come bruti", ma per acquisire "virtù" e "conoscenza".


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56 replies since 29/11/2007, 08:18   31384 views
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