Paperando

"DETTI famosi" e "FRASI fatte"

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silvanapat
view post Posted on 19/2/2008, 17:04




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* Figli(u)ol prodigo

L'espressione è derivata dalla Parabola del figlio prodigo, narrata da Gesù e riportata nel Vangelo secondo Luca (15,11-32).

Il figliol prodigo è il più giovane di due figli, che si fa consegnare la sua parte di eredità e la dilapida rapidamente, riducendosi in breve tempo a fare il guardiano di porci.

Ravvedutosi, decide di tornare dal padre, che lo accoglie con gioia, festeggiandolo con un vitello grasso.


Il significato evangelico della parabola è chiaro, e denunciato esplicitamente dallo stesso Gesù nel versetto precedente: "C'è gioia davanti agli angeli di Dio per un peccatore che si converte".

Oggi si usa spesso l'espressione figliol prodigo (anche con tono bonario e in senso parodico) per descrivere una persona che torna sui suoi passi dopo un sincero pentimento.

* Fischiare le orecchie

Lo si dice quando si ha la sensazione che qualcuno parli male di noi.

* Fiuto per gli affari

L'abilità istintiva di saper cogliere le occasioni per fare affari.

* Forse non tutti sanno che

Citazione dal nome di una celebre rubrica del settimanale enigmistico la Settimana Enigmistica, che segnala fatti poco noti (scoperte scientifiche, aneddoti storici, curiosità, etc.).

Nel parlato l'espressione viene usata per introdurre un argomento di cui si vuole sottolineare l'originalità o la novità.


* Frutto del peccato

Per la morale cattolica, il figlio avuto da una relazione extraconiugale era considerato un frutto del peccato.

* Frutto proibito

Per antonomasia è la mela che Eva coglie dall'albero.

Si estende alla persona o all'oggetto che porta alla perdizione chi lo desidera.

* Fuoco di paglia

Evento improvviso e sconvolgente che però ha durata molto breve.

La paglia incendiata sviluppa subito fiamme molto alte, ma si esaurisce in breve tempo.


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silvanapat
view post Posted on 22/2/2008, 15:42




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* Fuori dal seminato

Al di fuori di un argomento definito, fuori tema.
Vedi anche Uscire dal seminato.

* Fuori di testa

Essere ubriaco o pazzo a tal punto da non ragionare.

* Fuori di melone

Essere ubriaco o pazzo a tal punto da non ragionare, il melone rappresenta in questo caso la testa, la scatola cranica.

* Furbetti del quartierino

L'espressione sta a significare un gruppo di persone che, in maniera spavalda e arrogante, cerca di ottenere qualcosa, comportandosi in modo incurante nei confronti della normativa legale.

Per estensione, con tale espressione il linguaggio giornalistico è venuto qualificando la consuetudine, considerata spesso tipica anche della classe politica, di comportarsi in modo doppio e poco trasparente, dissimulando così le proprie vere finalità, spesso con l'intenzione di conseguire un vantaggio personale o di parte.

* Galeotto fu

Nel cerchio dei lussuriosi, Francesca da Rimini racconta a Dante la storia della sua passione adultera per Paolo Malatesta, scoppiata mentre i due stavano leggendo per diletto il passo di un romanzo cavalleresco in cui la regina Ginevra, sposa di Re Artù, veniva baciata dal cavaliere Lancillotto

"Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante. »


(Inferno, Canto V, versi 133-138)

Oggi «galeotto» è usato comunemente nell'italiano (anche come aggettivo) col significato di «intermediario amoroso»; la frase «galeotto fu il libro» (o «galeotto fu ...», con G indifferentemente maiuscola o minuscola) viene adoperata per segnalare un oggetto o un avvenimento che ha reso possibile una relazione amorosa.

Curiosità

* Anche Giovanni Boccaccio diede al Decameron il "cognome" di Principe Galeotto, intendendo che il suo libro potrà aiutare il lettore nelle sue pene amorose, come Galeotto fece con Lancillotto.

* Alla celebre espressione dantesca si rifà una canzone di Renato Zero intitolata "Galeotto fu il canotto" e una parte della canzone "Come fa bene l'amore" di Gianni Morandi: "Specchietto galeotto, serve solo per spiarti; occhi chiusi, abbandonata al dolce vento d'estate".


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silvanapat
view post Posted on 17/3/2008, 17:19




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* Gettare acqua sul fuoco

Chi getta acqua sul fuoco, lo fa per tentare di spegnerlo.

Allo stesso modo, usando la frase come metafora, si intende dire che qualcuno sta cercando di placare una lite o di porre rimedio ad una situazione imbarazzante.

* Gettare benzina sul fuoco

È una versione più recente della locuzione tradizionale gettare (o versare) l'olio sul fuoco, e ha ormai quasi soppiantato la frase originale.

Il senso della metafora è chiaro: chi "getta benzina", lungi dall'essere interessato a placare un litigio o una polemica, ha invece intenzione di ravvivarlo. Altre varianti: aggiungere legna al fuoco e soffiare sul fuoco.

* Gettare fango su

Screditare, parlar male di qualcuno, qualche cosa.

* Gettare il bambino con l'acqua sporca

L'espressione proverbiale stigmatizza l'atteggiamento di chi, comportandosi avventatamente, perde qualcosa di prezioso che doveva conservare: al modo di un'ipotetica madre che distrattamente gettasse via il bambino insieme all'acqua adoperata per lavarlo.

* Gettare la spugna

Arrendersi.
Deriva dal gergo del pugilato quando per arrendersi all'avversario si gettava simbolicamente la spugna usata dai "secondi" per lavare le ferite del combattimento (oggi si usa gettare sul ring un asciugamano).


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silvanapat
view post Posted on 1/4/2008, 18:03




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* Gola profonda

In origine l'espressione inglese "Deep Throat" era il titolo di un film, il primo mediometraggio di genere pornografico, realizzato nel 1972 da Gerard Damiano.

Il termine assume un significato completamente diverso nell'estate 1972, con lo scoppio dello scandalo Watergate: "Gola Profonda" (Deep Throat) era infatti il nome in codice usato dai cronisti del Washington Post, Carl Bernstein e Bob Woodward per indicare una loro fonte, la cui identità sarebbe stata rivelata solo nel 2005 (si trattava di William Mark Felt, numero due dell'FBI).

Da allora il termine Gola Profonda contraddistingue per antonomasia tutte le fonti che i giornalisti decidono di non divulgare e, in generale, le persone che "parlano troppo".

* Grande fratello

La complessa storia di questa espressione nasce con la traduzione italiana del romanzo 1984, di George Orwell (1948), ambientato in un futuro totalitario in cui il Big Brother, "Grande Fratello" (caricatura dei dittatori europei del Novecento), è leader incontrastato di un regime basato sul controllo delle coscienze.

Uno degli slogan più celebri del romanzo è "Il grande fratello ti guarda": in effetti il romanzo prevedeva la futura diffusione capillare dei televisori, non soltanto come strumento di intrattenimento, ma anche di controllo: i televisori di 1984 funzionano anche come telecamere che spiano i "cittadini" e non possono mai essere spente. In realtà la traduzione effettiva del vocabolo contenuto nel libro sarebbe "Fratello Maggiore".

Negli anni successivi l'espressione Grande Fratello diventa così sinonimo di "società del controllo": sinistra prefigurazione di un potere che è in grado di usare la tecnologia per penetrare nella privacy dei cittadini.

Alla fine degli anni novanta, l'espressione Big Brother dà nome a un format televisivo rivoluzionario: il reality show. In pratica, si tratta di una diretta tv non stop di un ambiente chiuso dove un gruppo di persone non può sottrarsi all'occhio del "Grande Fratello", cioè della videocamera. Il format televisivo debutta in Italia nel 2001, ed è subito un grande successo.

Oggi l'espressione viene spesso usata per alludere al reality show, e di conseguenza ha perso parte del significato originario.

* Grilli per la testa

Relativamente a idee e pensieri di qualcuno, idee poco chiare e limpide e tali da rendere inaffidabile la persona che se ne faccia portatore.

* Grillo parlante

È il personaggio de Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, che cerca di richiamare il protagonista sulla retta via (in psicologia può essere considerato come un'originale rappresentazione del super ego).

Per la sua insistenza, il grillo risulta poco simpatico sia al protagonista che ai lettori.

Nell'italiano colloquiale e giornalistico il "grillo parlante" è un personaggio che insiste a raccontare le verità più spiacevoli.

* Hai voluto la bicicletta? Pedala!

Domanda metaforica e retorica che si pone a chi mostra segni di insofferenza per un oggetto che, in precedenza, ha voluto con tanta insistenza.

Il senso può estendersi anche ad azioni svolte o anche a circostanze in cui si trova il soggetto stesso che le ha provocate. Citazione da Max Payne 2.

* Hai visto mai

Espressione utilizzata all'inizio di frase per dare un avvertimento. Es: Stai attento! Hai visto mai incontri qualche maniaco!

* Houston, abbiamo un problema

Frase tratta dalla cronaca dell'esplorazione spaziale: l'Apollo 13 fu una sfortunata missione spaziale americana facente parte del programma Apollo.

Sarebbe dovuta essere la terza missione a sbarcare sulla Luna, invece è diventata celebre per il guasto che impedì l'allunaggio e rese assai difficoltoso il rientro sulla Terra.

Il guasto fu annunciato il 13 aprile 1970 dagli astronauti alla base della NASA a Houston (Texas) con la frase "Houston, abbiamo un problema" (in realtà la frase realmente pronunciata dall'astronauta John Swigert fu "Okay, Houston, we've had a problem here" ("OK, Houston, qui abbiamo avuto un problema").

L'espressione (che in un primo momento fu effettivamente sottovalutata dai responsabili della missione a terra) è un classico esempio di understatement, e viene ancora usata per indicare in modo ironico l'insorgenza di una difficoltà improvvisa e dagli esiti difficilmente prevedibili.

* Il becco di un quattrino

Letteralmente "La scheggiatura di una moneta", in espressioni come Non ho il becco di un quattrino: "Non ho neanche mezzo soldo".

* Il bel tacer non fu mai scritto

Proverbio che spiega come spesso sia meglio non dir niente piuttosto che aprir bocca. Da cui "il bel tacer", che appunto perché non è parlato, non può nemmeno essere scritto.

* Il che è tutto dire

La qual cosa già esprime tutto in sé (e non c'è altro da aggiungere).

* Il dado è tratto

Dal latino Alea iacta est: ormai non si può più tornare indietro.

La frase è attribuita da Svetonio (De vita Caesarum) a Giulio Cesare, che l'avrebbe pronunciata dopo aver varcato, nella notte del 10 gennaio 49 a.C., il fiume Rubicone alla testa di un esercito, violando apertamente la legge che proibiva l'ingresso armato dentro i confini dell'Italia.

Con lo stesso significato viene adoperata anche l'espressione passare il Rubicone.

La frase latina è anche tradotta in Il dado è tratto.

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silvanapat
view post Posted on 17/4/2008, 14:35




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* Il dibattito no!

Citazione dal film Io sono un autarchico di Nanni Moretti (1976), che ironizza sull'abitudine di terminare i cineforum (soprattutto negli anni '70) con un dibattito tra il pubblico.

All'annuncio dell'ennesimo dibattito, il protagonista, Michele Apicella, seduto nelle ultime file del cinema, esclama: "No, il dibattito no!"

L'espressione è ancora molto usata nel lessico giornalistico e colloquiale, per sottolineare l'insofferenza nei confronti dei tempi e dei modi di una discussione pubblica.

* Il migliore dei mondi possibili

Tout va pour le mieux dans le meilleur de mondes possibles ("Tutto va per il meglio nel migliore dei mondi possibili" è la frase ricorrente adoperata da Pangloss, uno dei personaggi del "racconto filosofico" Candido (Candide ou de l'optimisme) di Voltaire.

In questa frase l'autore condensava, in maniera paradossale e polemica, il pensiero del filosofo Leibniz, da lui giudicato eccessivamente ottimista.

L'espressione viene ancora usata nello stesso senso ironico.

* Il mio nome è Bond. James Bond.

È l'espressione ricorrente con cui James Bond (la spia inglese creata dallo scrittore Ian Fleming e protagonista della più longeva serie di film di spionaggio) si presenta ai suoi interlocutori.

Viene spesso riutilizzata in chiave parodica.

* Il mio regno per un cavallo

Una celeberrima citazione shakespeariana, dal Riccardo III (Atto V, scena IV); è il protagonista omonimo, sconfitto sul campo di battaglia, a esclamare:

A horse! a horse! my kingdom for a horse! ("Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo).

Se l'intenzione dell'autore era sottolineare la viltà del personaggio, oggi l'espressione viene usata soprattutto in senso parodico.

Si offre "il proprio regno" per un oggetto che si considera molto più importante di quanto non sia per gli interlocutori.


* Il pelo nell'uovo

Cercare il pelo nell'uovo (dove peli naturalmente non possono trovarsi), indica un eccesso di minuziosità e pignoleria: l'espressione, molto antica, è in qualche modo analoga a: Spaccare il capello in quattro.

In Modi di dire proverbiali e motti popolari italiani (1875), L. Passarini suggerisce che in origine "uovo" significasse "testa calva".

* Il porto delle nebbie

È il titolo italiano di un celebre romanzo giallo di Georges Simenon.

Negli anni ottanta si diffuse in ambito giornalistico il soprannome di "porto delle nebbie" per la procura di Roma, a causa di una serie di episodi poco chiari e di veri e propri insabbiamenti.

* Il re è nudo

Nella fiaba "I vestiti nuovi dell'imperatore" (1837), Hans Christian Andersen racconta di un bambino che, solo durante una parata imperiale, ha il coraggio di affermare a voce alta quello che tutti ben sanno: che l'imperatore, appunto è nudo.

Nell'uso comune l'"imperatore" è diventato un "re": esclamando "il re è nudo", si vuole affermare una verità ovvia, ma che la maggioranza delle persone si rifiuta di riconoscere.

* (Mettere) il sale sulla coda

Far scappare via.

Soprattutto un tempo, per far scappare i lupi o i cani randagi, si sparava con un fucile caricato con sale sul posteriore dell'animale, in modo da non ucciderlo.

Il sale, penetrato nelle carni, produceva comunque un forte bruciore.

* Il troppo stroppia

Una eccessiva quantità produce un effetto negativo.

* Imparare la lezione

Prendere insegnamento da un proprio errore.

* In alto i cuori

Dal latino sursum corda, nel rito della Messa secondo il rito romano della chiesa cattolica.

* In anteprima assoluta


Per la prima volta.

L'espressione, tratta dal mondo dello spettacolo, è usata in modo scherzoso introducendo qualcosa che dovrebbe costituire una novità.

* In bocca al lupo!

In bocca al lupo è un augurio scherzoso di buona fortuna che si rivolge a chi sta per sottoporsi ad una prova difficile.

L'espressione ha un valore scaramantico: per scongiurare l'eventualità di un avvenimento indesiderato lo si esprime qui sotto forma di augurio.

Andare nella bocca del lupo è infatti una palese metafora per cacciarsi nei guai.

Una consuetudine (più recente rispetto alla nascita del modo di dire di per sé) vuole che all'interlocutore che formula l'augurio si risponda con «crepi il lupo».

Origine

Anche se l'origine del modo di dire non è chiarissima, è certo che esso sia nato nel mondo rurale, molto probabilmente dal linguaggio di pastori e allevatori, presso i quali il lupo era temuto come animale pericoloso per eccellenza, perché predatore di bestiame.

Secondo un'altra interpretazione, il detto sarebbe nato dal linguaggio dei cacciatori: i lupi infatti, sebbene non commestibili, venivano spesso soppressi in passato sia per salvaguardare il bestiame, sia perché considerati, a torto, pericolosi per la popolazione umana.

L'uccisione di un lupo era dunque considerato un gesto prestigioso, e il detto avrebbe avuto in origine il valore di un augurio di buona caccia.

In realtà il lupo, a dispetto dell'iconografia popolare, è per natura schivo dell'uomo.


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silvanapat
view post Posted on 3/5/2008, 17:08




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* In cerca d'autore

L'espressione è diventata d'uso comune dopo il successo del dramma Sei personaggi in cerca d'autore (1921), di Luigi Pirandello), in cui sei personaggi di un testo teatrale incompiuto cercano l'autore che possa completare la loro storia.

Analogamente, una persona o un'opera "in cerca di autore" denunciano la propria incompletezza o la mancanza di una propria identità.

* In comode rate

Espressione ricorrente nelle televendite, che sottolinea la comodità dei pagamenti dilazionati.

* Indorare la pillola

In passato i farmacisti avevano l'abitudine di dorare o argentare le pillole per renderle piacevoli almeno alla vista.

Da qui l'espressione, che in senso figurato significa: "tentare di rendere meno sgradevole un discorso o un evento".

* In gamba

Genericamente capace, riferito a una persona che sa come agire. Può essere usata anche come esortazione ad agire con determinazione: In gamba!.

* Ingannare il tempo

Passare il tempo, trascorrere un periodo di tempo in maniera piacevole.

* In parole povere

Detto in termini più semplici, di uso comune.

Usata anche per introdurre un riassunto di poche parole su ciò che si è appena detto in maniera più esaustiva.

* In principio

È l'incipit del libro della Genesi e quindi dell'intera Bibbia, in tutte le più diffuse versioni latine e italiane.

* In principio era il verbo

È l'incipit del Vangelo secondo Giovanni, in tutte le più diffuse versioni latine e italiane.

* In quel tempo

Locuzione usata spesso nei Vangeli e nella Liturgia della Parola nella Messa per iniziare i brani riguardanti episodi della vita di Gesù.

* In verità in verità vi dico

Espressione tratta dal Vangelo, che introduce un'affermazione che ad esempio contrasta con l'interpretazione corrente o l'opinione comune.

* I puntini sulle i

L'introduzione del segno grafico del puntino (all'inizio un piccolo accento acuto) sulla i minuscola, per distinguerla dalla m, dalla n e dalla u (tutte molto simili nell'alfabeto gotico) risale all'umanesimo, ma si diffuse soprattutto con il successo della stampa.

Naturalmente, nei primi tempi l'innovazione fu rifiutata da molti professionisti della scrittura, che la ritenevano un'inutile pignoleria: a tutt'oggi l'espressione mettere i puntini sulle i stigmatizza l'atteggiamento eccessivamente scrupoloso del pignolo.

Presente anche nella variante mettere i puntini sulle i e le stanghette sulle t.

* Isola felice

Luogo dove non sono presenti i problemi che invece affliggono altri posti.

* Italiano medio

La locuzione italiano medio indica o indicava generalmente la figura di un abitante dell'Italia di condizioni socio-economiche rientrate, appunto, nella cosiddetta e supposta media nazionale.

L'espressione era in voga soprattutto negli anni sessanta, all'epoca del boom economico che creava una sorta di nuova classe sociale: quella del piccolo borghese benestante ma non troppo, comunque sempre pronto a commiserarsi e brontolare per le presunte angherie derivanti dall'operato della classe economica o politica.

La figura dell'italiano medio è stata usata in diverse opere letterarie e cinematografiche per definire quella che è diventata una sorta di topos.

Tra i più celebri interpreti dell'italiano medio vi furono Alberto Sordi, Lando Buzzanca e Paolo Villaggio nel ruolo del ragioniere Ugo Fantozzi.

Con il passare del tempo l'espressione ha assunto una connotazione peggiorativa, passando ad indicare un personaggio non distinto che nella sua mediocrità riassume tutti i vizi che gli italiani sono soliti attribuirsi.

Il comico Beppe Grillo definisce l'italiano medio come:
« un povero Cristo che ruba a sé stesso e al suo Paese e non lo sa »

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silvanapat
view post Posted on 18/5/2008, 07:40




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* J'accuse

"Atto di accusa". Ha pronunciato il suo j'accuse.
Dal titolo della celebre lettera aperta del 1898 con cui Émile Zola intervenne nell'Affaire Dreyfus.
L' Affare Dreyfus fu uno scandalo politico che divise la Francia per molti anni sul finire del XIX secolo.

* La accendiamo?

È la domanda di rito con cui il presentatore Gerry Scotti chiede conferma ai concorrenti della risposta che hanno dato durante il noto quiz a premi Chi vuol essere milionario?.
La frase è ormai entrata nell'uso quotidiano, col significato di «confermi la tua scelta?»

* La calunnia è un venticello

Frase pronunciata da Don Basilio nel celebre Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini.

* L'acqua alla gola

Nelle espressioni «avere l'acqua alla gola», «essere con l'acqua alla gola» indica una situazione disperata, simile a quella di chi sta per essere sommerso dall'acqua.

* Lacrime e sangue

L'espressione trae origine da una celebre frase pronunciata dal Primo Ministro britannico Winston Churchill a tre giorni dal suo insediamento, il 13 maggio 1940 .
Il Regno Unito era appena entrato in guerra contro la Germania.

I have nothing to offer but blood, toil, tears, and sweat.


("Non ho altro da offrire che sangue, sacrifici, lacrime e sudore")



Nell'italiano l'espressione è di solito contratta a un'endiadi di due soli elementi.
Promettere lacrime e sangue (o anche "lacrime e sudore", "sudore e sacrifici", ecc.) significa preparare i propri sottoposti a una fase, ritenuta necessaria, di austerità e impoverimento.

* L'ago nel pagliaio

Espressione usata tipicamente in senso metaforico per indicare una cosa molto difficile da realizzare se non addirittura impossibile, come lo sarebbe trovare un ago in un pagliaio.

* L'altra metà del cielo

L'espressione metaforica, riferita alle donne, è di origine cinese, ed è da molti attribuita a Mao Tse Tung: di certo si è diffusa nel mondo occidentale in seguito alla Grande Rivoluzione Culturale.

Da notare che mentre in italiano la traduzione più frequente dello slogan è "le donne sono l'altra metà del cielo" (analogamente al francese: "les femmes sont l'autre moitié du ciel"), in inglese la versione più diffusa è "women hold up the other half of the sky" ("le donne reggono l'altra metà del cielo").

* La carne è debole

La tentazione di cedere a un peccato è facile.
Citazione evangelica (cfr. Il Vangelo secondo Marco, 14,38: Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole.

* L'amaro calice

Nei tre vangeli sinottici, è riportata la preghiera di Gesù al Padre nell'orto di Getsemani dopo l'ultima cena:

Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!

In questo e altri passi del Vangelo, il calice (a volte amaro) è un'allegoria del martirio.

Gesù in realtà non fa che citare l'Antico testamento, dove più volte (per esempio nei Salmi e nel Libro di Geremia compare l'immagine di un calice amaro da bere "fino alla feccia").
Oggi l'immagine richiama ancora l'idea del martirio, o perlomeno di un'azione dolorosa che deve essere compiuta fino in fondo, malgrado le esitazioni.

* La meglio gioventù


Si tratta di un'espressione di origine popolare il cui significato, lungo tutto il Novecento, è più volte stato modificato da scrittori e intellettuali.
La frase ha origine da un canto degli Alpini, ispirato a una battaglia della Prima guerra mondiale:

Sul ponte di Perati, bandiera nera, la meglio gioventù va sottotera

L'espressione, resa più efficace dall'uso non corretto di meglio nel senso di migliore, è ripresa da Pier Paolo Pasolini, che dà questo titolo prima a un abbozzo di romanzo, e poi alla raccolta poetica in lingua friulana del 1954.

Non solo, ma nel 1976 mette in bocca la canzone degli Alpini agli aguzzini protagonisti di Salò o le 120 giornate di Sodoma.

L'espressione cambia quasi totalmente significato nell'italiano colloquiale a partire dal 2003, in seguito al successo dell'omonimo film di Marco Tullio Giordana che racconta la storia di alcuni ragazzi che vivono la loro giovinezza durante gli anni Sessanta.

Per questo motivo oggi l'espressione viene più spesso usata per alludere alla "generazione fortunata" dei babyboomers italiani, nati grosso modo tra il 1935 e il 1955.

Si tratta di un'espressione di origine popolare il cui significato, lungo tutto il Novecento, è più volte stato modificato da scrittori e intellettuali.

La frase ha origine da un canto degli Alpini, ispirato a una battaglia della Prima guerra mondiale.

* La matassa s'infittisce (s'ingarbuglia)

È un calco dell'espressione idiomatica inglese the plot thickens.

Viene usata nella letteratura (solitamente di genere) e nel giornalismo, per segnalare che una storia sta diventando sempre più complessa e ingarbugliata.

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Vany!
view post Posted on 18/5/2008, 11:57




Uh ormai con le tue ricerche so un sacco di cose!! :022.gif: Potrei andare a un quiz in TV! :marghend5.gif: Ciao!! :mf_wave.gif:
 
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silvanapat
view post Posted on 18/9/2008, 20:25




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*La sventurata rispose

La sventurata rispose è una celebre frase del X capitolo dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, divenuta col tempo un'espressione
ricorrente della lingua italiana.

* La testa fra le nuvole

Chi ha la testa tra le nuvole è assorbito in pensieri vaghi, che gli impediscono di concentrarsi.

* Le chiacchiere stanno a zero

I fatti sono così chiari e incontrovertibili che qualsiasi cosa si voglia dire non ha più nessun valore.

* Le ultime parole famose

dicesi quando detta una cosa data per certa, avviene l'incontrario.

* Licenza di uccidere

Espressione tratta dal titolo di un film della serie di James Bond.

* L'importante è la salute

Lo si dice per consolarsi quando le cose vanno male.

* L'ira funesta

Tratta dai primi versi dell'Iliade di Omero, nella traduzione di Vincenzo Monti.

* L'isola che non c'è

L'isola che non c'è è un luogo fatato in cui agisce il personaggio di Peter Pan inventato da James Matthew Barrie (1904).
Solo i bambini possono accedervi, grazie alla loro immaginazione, seguendo la "seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino".

Il riferimento all'isola che non c'è viene spesso utilizzato metaforicamente per riferirsi a una utopia o a un ideale, implicando che chi ne nega la realizzabilità manca di immaginazione.

Due esempi di questo uso metaforico nella cultura sono il brano L'isola che non c'è di Edoardo Bennato (in cui l'isola che non c'è è quella "senza santi né eroi... niente ladri e gendarmi... dove non c'è mai la guerra") e Star Trek VI: Rotta verso l'ignoto, dove l'isola che non c'è si riferisce al trattato di pace fra umani e klingon (nel quale molti "reazionari" da entrambe le parti si rifiutavano di credere).

* Lotta senza esclusione di colpi

Nei duelli regolamentati è la frase che afferma che qualsiasi azione atta a far danno è consentita.

Al contrario, nello sport ci sono sempre regole che limitano i colpi che si possono portare e le parti del corpo che è possibile colpire.

Da ciò la frase è stata mutuata e utilizzata in molti campi per dire che la competizione ha raggiunto livelli per i quali si utilizzano anche azioni scorrette.

* Luce dei miei occhi

Si dice di qualcuno che è così importante per sé stessi da illuminare la propria vita, a darle un senso, a far vedere il mondo sotto un'ottica diversa e più positiva.

* Lungo come la Quaresima

Lo si dice di qualcosa o qualcuno molto lento.

* Lungo come una Messa cantata

Lo si dice di qualcosa o qualcuno molto lento.

* M'ama non m'ama

È l'attività vaticinante, del tutto romantica, di strappare da una margherita un petalo alla volta formulando ad ogni petalo, alternativamente, "m'ama" e "non m'ama", riferito, ovviamente, alla persona amata.
L'ultimo petalo della margherita fornirebbe il responso finale.

* Mai dire mai

Espressione idiomatica che significa pressappoco "Mai essere certi di non cambiare idea in futuro".

La sua popolarità è legata ad un celebre film di James Bond, Never say never again, il cui titolo italiano è, appunto, Mai dire mai.

* Mai e poi mai

Mai adesso e per sempre. Indica con forza l'intenzione di non fare, o di evitare qualcosa per sempre.

* Mal d'Africa


Nel linguaggio comune, mal d'Africa si riferisce alla sensazione di nostalgia di chi ha visitato l'Africa e desidera tornarci (così come saudade è la nostalgia del Brasile).

L'espressione sarebbe stata pronunciata anche da Benito Mussolini durante il periodo della Repubblica di Salò riferendosi alla sua nostalgia per le colonie italiane in Africa.

Più recentemente l'espressione "mal d'Africa" è stata usata anche in senso traslato per indicare l'AIDS, malattia estremamente diffusa nel continente africano.

Alcuni usi derivati dell'espressione "mal d'Africa" sono:

* Mal d'Africa, romanzo del 1935, scritto da Riccardo Bacchelli
* Mal d'Africa, film del 1967, diretto da Stanis Nievo
* Mal d'Africa, film del 1990, diretto da Sergio Martino
* Mal d'Africa, brano di Franco Battiato, dall'album Orizzonti perduti (1983), inciso anche da Alice.

* Male di vivere

"A me la vita è male", scrive il poeta Giacomo Leopardi nel celebre Canto notturno di un pastore errante dell'Asia (1829-1830).

L'espressione viene ripresa, un secolo dopo, in una delle poesie più celebri degli Ossi di seppia (1925) di Eugenio Montale:
Spesso il male di vivere ho incontrato / era il rivo strozzato che gorgoglia.
L'espressione, che definisce una sofferenza non circoscritta al solo poeta o all'umanità, ma a tutte le forme di vita, è rimasta famosa.

* Mancare di parola:

non mantenere le promesse.

* Mandare allo sbaraglio:

mandare qualcuno senza difese incontro alla rovina.

L'espressione deriva dal lessico militare.

* Mandare a monte:

annullare, provocare il fallimento.

* Mandare a quel paese:

allontanare qualcuno o zittirlo in malo modo.

* Mandare a spasso / a casa:

licenziare.
e dire ai podestà che faccian davvero; se no, mandarli a spasso e metterne de’ meglio (Alessandro Manzoni, I promessi sposi).

* Mangiapane a tradimento / a ufo:

Chi approfittà dell'ospitalità altrui.



fonte:
wikipedia
l'almanacco di frate indovino

continua..........
 
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Vany!
view post Posted on 19/9/2008, 18:08




Sto imparando un sacco di termini e significati ^_^
 
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silvanapat
view post Posted on 20/9/2008, 08:34




continua.....


* Mangiare a quattro palmenti:

mangiare con grande voracità.
I "palmenti" erano le macine dei mulini fluviali; i mulini più grandi erano dotati di tre o quattro palmenti.

* Mangiare con gli occhi: desiderare violentemente (e visibilmente) qualcosa o qualcuno.

* Mangiare la foglia

"Capire al volo"; intendere prontamente le intenzioni altrui.

Secondo il linguista Ugo Enrico Paoli "foglia" è un plurale collettivo: il motto si riferirebbe al bestiame d'allevamento, che si divide in due gruppi: i lattanti e gli animali adulti che hanno già cominciato a mangiare la ... foglia.

* Mangiare la minestra o saltare la finestra

Adeguarsi alle circostanze.

* Mangiare la polvere

Detto di chi si trova ad inseguire qualcun altro che è invece ben più veloce.

Si usa anche in senso figurato.

Deriva probabilmente dalle corse coi cavalli in cui il primo, correndo, alzava un polverone che gli inseguitori erano costretti a subire tanto da sentire i granuli di polvere tra i denti.
Non è sinonimo di "Mordere la polvere".

* Mangiare nella stessa scodella:
essere in grande intimità con qualcuno, dividere le difficoltà della vita con qualcuno.

“Un tempo don Bastiano e tu mangiavate nella stessa scodella” (Ignazio Silone, Fontamara).

* Mangiarsi/mordersi le mani:
pentirsi, rammaricarsi per le scelte fatte.

* Mangiarsi vivo qualcuno:
rimproverarlo con severità

* Mani pulite

Chi non si considera implicato in faccende disoneste ("sporche"), si può vantare di avere "mani pulite".

L'espressione si è diffusa ancora di più negli anni novanta, durante l'omonima inchiesta del tribunale di Milano che scosse dalle fondamenta il mondo politico italiano.

* Mantenere le distanze:
rifiutarsi di entrare in confidenza con qualcuno.

* Manu militari

Espressione di origine latina usata spesso in ambito politico per indicare forme di abuso e di uso della forza.

Manu militari è una locuzione in lingua latina che significa: "Con l'aiuto delle forze militari."

L'espressione va inquadrata storicamente nel linguaggio del diritto, dove viene tuttora utilizzata per indicare l'uso della forza armata, il ricorso alla forza pubblica, ecc.

Diffusa anche nel gergo comune e politico, dove viene comunemente utilizzata in modo estensivo ed enfatico per stigmatizzare situazioni poste in essere mediante forme di coazione o abuso.

* Marcare stretto

Dal lessico calcistico: mantenere un controllo pressante su qualcuno, in attesa di coglierlo in fallo.

* Marcare visita:
darsi malato

* Marchiare a fuoco:

infamare qualcuno, attribuendogli una nomea indelebile.

* Marinare la scuola:
non andare a scuola all’insaputa di insegnanti e genitori.

* Meditate gente meditate:
invito alla riflessione utilizzato da moralisti improvvisati.


* Mela marcia

Lo si dice di una cattiva persona.

* Menare il can per l'aia

Tergiversare, parlare senza concludere nulla.

* Menar le mani:
picchiare

* Me ne frego

Attualmente è inteso come: non curarsi consapevolmente di una situazione o di un fatto. Benché attribuito a Gabriele d'Annunzio, il motto si era già diffuso durante la Prima guerra mondiale tra i membri del Corpo degli Arditi, che avevano l'abitudine di stampigliare questa frase sulle bende impiegate per fasciare le ferite, come incitamento a proseguire nei combattimenti nonostante le difficoltà. Il significato originario era quindi nel farsi vanto di qualcosa di cui invece occorrerebbe preoccuparsi. Il detto trae origine dalla dottrina del Fascismo, scritta da Benito Mussolini, il quale scriveva che delle ferite "me ne fregio", ovvero me ne faccio vanto. Venne largamente ripreso negli anni a venire dal Fascismo.

* Me ne lavo le mani

Il Vangelo secondo Matteo racconta che Ponzio Pilato, procuratore della Giudea, dopo aver tentato di scagionare Gesù davanti alla folla in tumulto, "presa dell'acqua, si lavò le mani dinanzi al popolo dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi" (27,24).

Lavandosi le mani davanti alla folla, Pilato compie un gesto simbolico: nel momento in cui la condanna a morte di Gesù è ormai un problema di ordine pubblico, il procuratore vuole almeno rendere evidente a tutti la sua disapprovazione per il martirio di colui che reputa un "giusto".

Nell'uso quotidiano, l'espressione lavarsene le mani è adoperata per chiamarsi fuori da un evento che si ritiene ormai inevitabile ma che comunque si disapprova.

* Mettercela tutta:
impegnarsi in qualcosa al massimo delle forze

* Metterci del proprio:
ricamare su un fatto, aggiungendo dettagli di propria invenzione.

* Metterci lo zampino:
intromettersi in un affare.

* Metterci una pietra sopra:
considerare chiusa per sempre una vicenda.

* Metterci una pezza / una toppa:
trovare un rimedio precario, provvisorio.

* Mettercisi di buzzo buono:
agire con un grande sforzo personale per ottenere uno scopo.

* Mettere a ferro e fuoco:
devastare, distruggere.

* Mettere a nudo / allo scoperto:

rivelare tutti gli aspetti di una situazione senza reticenze.

* Mettere a pane e acqua:
punire, affamare

* Mettere a punto:
mettere una macchina nelle condizioni ottimali per funzionare.

* Mettere a segno:
eseguire con successo.

* Mettere a tacere:
ottenere in modo più o meno diretto il silenzio su un determinato avvenimento.

* Mettere al bando:
allontanare qualcuno da una comunità.

* Mettere al corrente:
informare, aggiornare

* Mettere al mondo:
generare, partorire

* Mettere al muro:
fucilare, punire

* Mettere all’indice:
proibire una determinata opera o pubblicazione.
Dall'Indice dei libri proibiti

* Mettere alla berlina / alla gogna: esporre al pubblico ludibrio, deridere o svergognare qualcuno davanti a tutti.

* Mettere alla porta:
allontanare, licenziare, cacciare senza tanti complimenti.

* Mettere alla sbarra:
giudicare qualcuno molto duramente.

* Mettere alle strette:
costringere qualcuno a fare qualcosa che voleva evitare.

* Mettere bocca/lingua/becco:
intromettersi nelle faccende altrui.

* Mettere con le spalle al muro: costringere qualcuno a fare qualcosa impedendogli qualsiasi altra possibilità.

* Mettere conto: avere importanza, valere la pena. “In questo paese non mette conto di leggere”. (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli).

* Mettere fuori strada:
indurre in errore, sviare.

* Mettere gli occhi addosso:
desiderare una persona o una cosa.

* Mettere i bastoni fra le ruote

Intralciare l'attività di qualcuno. L'inserimento di bastoni tra i raggi delle ruote di un carro provoca inevitabilmente il suo blocco.

* Mettere il carro davanti ai buoi
Non rispettare l'ordine delle cose quando si gestisce un problema.

* Mettere il cappello su qualcosa:
riservarsi una posizione importante in un affare o progetto.

* Mettere il cuore oltre l’ostacolo:
gettarsi in un’impresa con entusiasmo e generosità, senza riflettere troppo sulle difficoltà.

* Mettere il dito nella piaga:
toccare un problema delicato

* Mettere il muso / il broncio:
imbronciarsi, esibire il proprio disappunto con un’espressione corrucciata.

* Mettere le mani avanti
Incominciare a discolparsi.

* Mettere radici
Stabilirsi radicalmente in un luogo.

* Metterla bene
cavarsela senza troppi danni dopo un grosso rischio

* Mettersi il cuore in pace
Rassegnarsi.

* Mettersi le mani nei capelli
Disperarsi.

* Mettersi nei panni di qualcuno:

Invito a indossare metaforicamente i vestiti di qualcuno per riflettere sulle sue azioni dopo essersi immedesimato nelle sue condizioni.

* Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Uno slogan pacifista nato probabilmente negli anni sessanta in California; in italiano fu usato come sottotitolo e tema portante della canzone Proposta del complesso I Giganti. Oggi viene usato anche per parodiare e irridere le istanze pacifiste meno realistiche.

* Mi è sembrato di vedere un gatto
Questa espressione deriva dalla parole pronunciate spesso dal canarino Titti (Tweety nel cartone originario americano), personaggio del cartone animato Gatto Silvestro, creato dalla Warner Brothers. Quando si accorge che il gatto è nelle vicinanze pronuncia le parole Oh oh, mi è semblato di vedele un gatto.

fonte:
wikipedia

continua

Edited by silvanapat - 20/9/2008, 14:53
 
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silvanapat
view post Posted on 20/9/2008, 14:03




continua...

* Mina vagante

Lo si dice di un individuo o una questione potenzialmente molto dannosa, da un momento all'altro senza preavviso.

* Mi si nota di più se vengo (e me ne sto in disparte)

Celebre citazione dal film di Nanni Moretti Ecce Bombo (1978). Michele (protagonista e controfigura del regista) si domanda al telefono se gli conviene andare o no a una festa.

No veramente non mi va, ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è, non è che alle dieci state tutti a ballare in girotondo, io sto buttato in un angolo, no... ah no: se si balla non vengo. No, no... allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto cosí, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: "Michele vieni di là con noi dai..." e io: "andate, andate, vi raggiungo dopo..." Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no. Ciao, arrivederci Nicola.

Nel piccolo monologo, Moretti descriveva felicemente un atteggiamento giovanile paradossale (tipico di quegli anni, ma non solo), con cui ci si sottrae all'attenzione degli amici proprio nel tentativo di attirare la loro attenzione.

* Milano da bere

Uno slogan pubblicitario (reclamizzante un amaro) che ha fatto epoca ed è ancora oggi utilizzato per sintetizzare l'atmosfera vivace e la joie de vivre di Milano negli anni ottanta, bruscamente interrotta in seguito all'inchiesta Mani pulite. Spesso è utilizzato anche in senso parodico.

* Minestra riscaldata

Lo si dice di un ritorno ad una situazione o ad una soluzione passata per mancanza di alternative, che probabilmente sarà fonte di una delusione.

* Mio cugino una volta

Riferimento ironico al tipico incipit di una leggenda metropolitana, in cui una storia più o meno assurda viene riferita come realmente accaduta "a mio cugino".

Gli inglesi preferiscono l'espressione "un amico di un mio amico" (a friend of a friend).
Ironicamente, viene utilizzata per mettere in dubbio la veridicità di un racconto piuttosto implausibile, specie se presentato in un modo che rende impossibile la verifica diretta, o la richiesta di maggiori spiegazioni e dettagli, circa i fatti narrati.

L'espressione, già piuttosto diffusa, lo è diventata ancora di più dopo la pubblicazione della canzone Mio cuggino di Elio e le Storie Tese (nell'album Eat the Phikis, 1996), con la voce "narrante", molto amata dal pubblico, di Aldo Baglio del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo.

* Missione impossibile

Un compito molto difficile da realizzare. Dal titolo di una popolare serie televisiva degli anni cinquanta, Missione impossibile, che ha più recentemente ispirato un fortunato ciclo di film, Mission Impossible (1996-2006) con Tom Cruise.

* Molto rumore per nulla

Dal titolo di una celebre commedia teatrale di William Shakespeare: Much ado about nothing scritta tra il 1598 e il 1599.

* Montarsi la testa

Sopravvalutarsi.

* Mordere il freno

Essere molto impazienti.

* Mordere la polvere

Morde la polvere chi è sconfitto in modo umiliante.

L'espressione, un po' incongrua (la polvere, propriamente, non si può mordere) trae origine dai campi di battaglia del passato, dove i cavalieri disarcionati, costretti a mangiare la polvere alzata dal suolo, erano l'immagine stessa della sconfitta.

Nell'antichità, in ogni caso, lo sconfitto mordeva la terra più che la polvere.
Si veda per esempio Virgilio (Eneide XI, 669): mandit humum; e più tardi Torquato Tasso (Gerusalemme liberata, 20,29): La terra ove regnò, morde morendo.

L'espressione si trova pressoché identica nella lingua inglese ("to bite the dust"), ed è stata immortalata dai Queen con la celeberrima canzone Another One Bites the Dust, scritta dal loro bassista John Deacon.
Non è sinonimo di "Mangiare la polvere".

* Mordersi la lingua

Sforzarsi di tacere.

* Morire dal ridere


Ridere così tanto da accasciarsi al suolo privo di forze e in preda al dolore.

* Morire di sonno

Avere tanto sonno da non riuscire più a restare svegli.

* Mostro sacro

Indica una persona con notevoli doti di saggezza, talento, esperienza, in un determinato ambito, tali da renderla emblematica.

* Muoia Sansone con tutti i Filistei

Espressione che indica il comportamento di colui che pur di compiere la sua vendetta è consapevolmente disposto ad andare incontro al medesimo destino delle sue vittime.

La locuzione deriva da un passo dell'Antico Testamento (Libro dei Giudici, XVI, 30) in cui Sansone fece crollare l'abitazione nella quale si trovava con tutti i Filistei, provocando oltre alla loro morte anche la propria.

continua....
fonte:
wikipedia
 
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56 replies since 29/11/2007, 08:18   31384 views
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