Migliaia di persone si commuovono davanti alla foto di un cane "cullato" in acqua dal suo padrone. Lo scatto appartiene alla fotografa Hannah Stonehouse Hudson, e ritrae Schoep, un incrocio di pastore tedesco di 19 anni, mentre fa il bagno nel Lake Superior, nel Nord America, con il suo padrone, John Unger, custode di una fattoria di Bayfield, nello Stato americano del Wisconsin.
La scena si ripete identica a se stessa ogni sera perché il cane trova sollievo dal dolore solo così.
La forma di artrite che ha sviluppato è infatti così grave da impedirgli di dormire e poiché gli antidolorifici prescritti dal veterinario non sembravano fare grande effetto da questo punto di vista, Unger ha pensato di fare un ultimo, disperato tentativo di far rilassare il cane sfruttando la temperatura mite dell'acqua e la spinta idrostatica, consentendogli così di prendere sonno. E funziona! Ogni sera Schoep si addormenta "cullato" dal rumore dell'acqua e dall'abbraccio del suo padrone.
LA STORIA DI SCHOEP. La storia probabilmente colpirebbe al cuore anche da sola. Ma l'immagine lascia trasparire il legame che lega il cane al suo padrone molto meglio di tante spiegazioni. I due si conobbero quasi vent'anni fa quando John e la sua fidanzata di allora
perché ai tempi era la marca di gelato alla vaniglia preferita da cane e padrone) era un cucciolo di otto mesi e aveva problemi comportamentali dovuti a maltrattamenti: a John ci vollero altri otto mesi per conquistare la sua fiducia. Ma alla fine divennero inseparabili al punto che, quando poco più tardi la sua storia d'amore finì, la ragazza si trasferì in Colorado, lasciando a lui la piena custodia del cane. Per John fu una salvezza averlo. L'uomo infatti non prese bene la fine della relazione e una sera che era particolarmente depresso raggiunse le rive del lago con l'intenzione di farla finita. Ma la presenza di Schoep, con i suoi occhioni pieni di amore e fiducia neutralizzarono ogni suo proposito suicida: «Se non l'avessi avuto con me, quella notte, non credo proprio che adesso sarei qui - ha confessato Unger a un giornale locale - Non so come spiegarlo, mi ha semplicemente tirato fuori da quel momentaccio. Voglio fare quello che posso per lui, mi ha letteralmente salvato la pelle».