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VITTORE CARPACCIO - pittore veneziano

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view post Posted on 1/2/2009, 16:18
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La felicità è come una farfalla:dura il tempo di un battito d'ali

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« Et il nome mio è dicto Victor Carpathio »

(V.Carpaccio)




Vittore (o Vittorio) Carpaccio (Venezia o Capodistria, 1460 circa - 1525/1526) è stato un pittore italiano.

La sua produzione, con soggetti cortesi e favolosi, piuttosto che prettamente umanistici, a lungo andare, lo renderà sostanzialmente un isolato, non al passo coi mutamenti della pittura veneziana.

Vittore nasce (non si sa se a Venezia o a Capodistria) da Piero Scarpazza, mercante di pelli, verso il 1460. Successivamente, in seguito ai suoi contatti con l'ambiente umanistico veneziano, dominato da Ermolao Barbaro e Bernardo Bembo, mutò il cognome di famiglia in Carpaccio. Si collocano negli esordi del pittore il Salvator Mundi della Collezione Contini Bonacossi e la Pietà di Palazzo Pitti, dove oltre all'influsso di Antonello da Messina e di Giovanni Bellini da cui riprese il senso della luce e del colore, si notano riferimenti a fonti extraveneziane, come ferraresi e urbinati.

Tra il 1490 e il 1495, realizza la tavola con le Due Dame Veneziane del Museo Correr a Venezia, l'opera è stata mutilata della parte superiore, ora conservata al Paul Getty Museum di Los Angeles col titolo: la Caccia in laguna, l'iconografia, tendo conto delle due parti, diventa più chiara: le due dame stanno aspettando il ritorno degli uomini dalla caccia.

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Due dame veneziane




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caccia in laguna



Scuola di Sant'Orsola

Dal 1490 inizia i nove teleri con le Scene della vita di sant'Orsola, per la Scuola della santa omonima (ora conservati alle Gallerie dell'Accademia di Venezia), tratte dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine.

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Scuola di San Giovanni Evangelista

Partecipa alla realizzazione dei teleri per la Scuola di San Giovanni Evangelista, con il Miracolo della reliquia della Croce al ponte di Rialto, del 1494, la scena è creata con un taglio assimetrico, in primo piano a sinistra la loggia gremita di personaggi mentre con subito dietro le facciate dei palazzi in scorcio, alla destra seguendo il corso del canale, dietro il ponte, le facciate dei palazzi irte di comignoli che si stagliano contro il cielo.

Tra il 1501 e il 1507 lavora a Palazzo Ducale, insieme a Giovanni Bellini per decorare la Sala del Maggior Consiglio, ciclo interamente perduto in seguito all'incendio del 1577.

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Scuola di San Giorgio degli Schiavoni

A differenza dei precedenti teleri per la Scuola di Sant'Orsola, dove nelle singole rappresentazioni venivano inserite più scene, nei teleri per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, realizzati tra il 1502 e il 1507 e tuttora in loco, si concentra su un unico episodio, rappresentando le storie dei tre santi dalmati, la semplificazione strutturale è accompagnata da un'ulteriore accentuazione fantastica che va a fondersi con la resa minuziosa del reale creando scena credibili ma avvolte da un'aurea fantastica, realizza le storie di san Girolamo, tre teleri con: San Girolamo e il leone nel convento, I funerali di san Girolamo, Sant'Agostino nello studio; un telero con San Trifone ammansisce il basilisco e tre teleri con le Storie di san Giorgio: San Giorgio in lotta col drago, Trionfo di san Giorgio, Il Battesimo di Selene.

Nel San Girolamo e il leone nel convento il centro è costituito dal santo che accoglie nel convento il leone. Questo gli porge la zampa con la spina infilata, circondato dalla precipitosa fuga dei frati spaventati dalla vista del leone.

Ne I funerali di san Girolamo pone al centro il corpo disteso del santo morto con intorno i frati in preghiera e a destro in fondo il leone, ormai ammansito, che esprime un ruggito di dolore per la morte del santo.

Nel Sant'Agostino nello studio, ambienta la scena della premonizione della morte di san Girolamo da parte di sant'Agostino, in uno studiolo umanistico, gremito di oggetti per il lavoro intellettuale. Il santo è colto nel momento preciso della premonizione, mentre alza la penna smettendo di lavorare e con la faccia rivolta verso la finestra da cui filtra il raggio di luce che illumina la stanza.

Nel telero con San Trifone ammansisce il basilisco, del 1507, rappresenta il giovane santo, che riesce con la preghiera ad esorcizzare la figlia dell'imperatore Gordiano, ammansendo il demonio, mostratosi sotto forma, secondo la leggenda, di «un cane nero con occhi del fuoco», da Carpaccio dipinto come una specie di grifone.

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San Girolamo nel convento



Nel telero con San Giorgio in lotta col drago la scena è inserito su un terreno cosparso dai macabri resti del pasto del drago, dove si affrontano il santo e quest'ultimo, ritratto quasi in posizione araldica, sulla destra dietro la principessa, un arco di roccia naturale che mostra una veduta di mare con veliero, sulla sinistra lo sguardo è condotto nel fondo dalla successione dei palmizi, che fiancheggiano una favolosa città orientaleggiante.

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san giorgio e il drago



Scuola di Santa Maria degli Albanesi

Tra il 1504 e il 1508 realizza, con ampia partecipazione di aiuti, il ciclo con le Storie di Maria per la Scuola di Santa Maria degli Albanesi, ora divise: la Nascita di Maria, conservata all'Accademia Carrara di Bergamo; la Presentazione di Maria al tempio e il Miracolo della verga fiorita, alla Pinacoteca di Brera di Milano: l'Annunciazione, la Visitazione e la Morte della Vergine, alla Ca' d'Oro di Venezia.

Del 1510 circa sono le tavole col Compianto sul Cristo morto, ora conservato a Berlino alle Staatliche Museen, e la Meditazione sulla Passione conservata al Metropolitan Museum di New York, dove alle asprezze mantegnese si aggiungono motivi simbolici e allegorici sparsi in entrambe le composizoni. Dello stesso anno è il Cavaliere, conservato a Madrid nella collezione Thyssen-Bornemisza.

Scuola di Santo Stefano

Tra il 1511 e il 1520 realizza i cinque teleri con le Storie di santo Stefano per la Scuola omonima: Consacrazione dei diaconi, Disputa di Stefano fra i Dottori nel Sinedrio della Pinacoteca di Brera a Milano, la Predica di Stefano, del Louvre di Parigi e databile dubitativamente al 1514 Stefano condotto in giudizio, conservato al Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi a Firenze, la Lapidazione di Stefano, della Staatsgalerie di Stoccarda. I committenti di questo ciclo sono identificati nei confratelli della scuola, per la maggior parte tagliapietre lombardi, come Pietro Lombardo, che in quegli anni si erano imposti sui colleghi veneziani. Non a caso il santo scelto per l'intitolazione della Scuola fu Santo Stefano, morto per lapidazione.

La tarda attività è riservata in parte alla provincia e condivisa con i figli Benedetto e Piero.

07
funga in egitto - 1500'



08
The Sermon of St. Stephen at Jerusalem



 
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incantatore
view post Posted on 1/2/2009, 19:32




grazie SM sempre molto precisa :16litzo.gif:
s.giorgio ed il drago era tanto tempo che non lo vedevo e nOn mi ricordavo che fosse del Carpaccio eh eh.
 
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silvanapat
view post Posted on 3/2/2009, 09:18




bella discussione, :grazie: Sott :evvaiii!:
:10ge2s8.gif:
 
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view post Posted on 3/2/2009, 11:41
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http://atriolo.forumfree.net

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francobollato anche lui che faccio inserisco?? :D

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view post Posted on 3/2/2009, 12:31
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La felicità è come una farfalla:dura il tempo di un battito d'ali

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grazie Inca e silvana. Sto già preparando altre discussioni sui pittori veneti e pian piano le inserirò.

Graziee atriolo!! inserisci, inserisci :022.gif: mi fa davvero tanto piacere :42m5b8n.gif:
 
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4 replies since 1/2/2009, 16:18   1962 views
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