Paperando

Novembre: è’ tempo di vino “Novello” o “Beaujolais Nouveau” ….

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Acinoblu
icon13  view post Posted on 24/10/2009, 16:44




Torno a scrivervi con un argomento di attaulità che sper possa interessarvi......... :caffè:
Quanta gente confonde vino nuovo con vino novello! Fate attenzione bisogna innanzi tutto dire che il vino nuovo è quello che scaturisce dall’ultima vendemmia, è ancora vivo con anidride carbonica accennata e piccola fermentazione ancora in corso, l’aspetto, la vivacità e vinosità dipendono dalla zona geografica in cui ci troviamo, da quando è avvenuta la vendemmia e dal tempo intercorrente da quando si è completata la vinificazione a quando lo spiniamo per degustarlo e si …. perché il vino nuovo va spinato possibilmente in cantina direttamente dalla botte o cisterna/serbatoio aprendo l’apposito rubinetto (spina). ;)
Parliamo quindi di un prodotto giovane anzi di un parto prematuro di un vino che si sta facendo e che probabilmente ha ancora bisogno di maturare sui propri lieviti per un pò, la degustazione di un vino nuovo è possibile sempre da qualsiasi produttore diciamo da quando è pronto fino ai primi caldi primaverili, manterrà la sua fragranza e freschezza fino a quando non avrà completato la fermentazione e inizierà l’affinamento. :B):
Il vino novello così come oggi è inteso è proprio un’altra cosa e non confrontabile con un vino nuovo, in Italia attualmente sono circa 350 i Produttori che li producono. Prima che venisse “inventato dai “Francesi” negli anni trenta il vino novello si identificava con il vino nuovo dell’ultima vendemmia, oggi non è più così perché pur in presenza della stessa materia prima “l’uva” il vino che ne deriva viene prodotto in modo del tutto diverso rispetto alla vinificazione classica, infatti notiamo le principali differenze:

- La tecnica della vinificazione con macerazione carbonica – che differenzia la vinificazione classica che ricordiamo prevede la diraspatura e la naturale fermentazione dei grappoli - consiste invece nel riempire di uva un contenitore termocontrollato a circa 30°C saturo di gas (anidride carbonica) e chiuso ermeticamente per un periodo di tempo che può arrivare a tre settimane. Una minima parte di uva, quella più in basso, resta schiacciata dal peso dell'uva soprastante e libera del mosto che inizia a fermentare, grazie ai lieviti presenti nell'uva, producendo alcol e anidride carbonica; questo gas satura rapidamente l'ambiente, per cui le cellule intatte dell'uva intera vengono costrette a modificare il loro metabolismo, effettuando un tipo di fermentazione intracellulare (o autofermentazione) cedendo colore alla polpa. Alla fine del periodo di permanenza nella vasca, satura di anidride carbonica, l'uva contiene una quantità di acidi assai inferiore rispetto all'origine ; inoltre vengono formati nuovi componenti odorosi, che ricordano la fragola e il lampone, oltre a un intenso fruttato dell'uva. A quel punto tutta la massa viene pigiata e posta nel tino di fermentazione dove, in due o tre giorni, terminerà la trasformazione degli zuccheri in alcool. Alla fine del periodo di permanenza nella vasca, satura di anidride carbonica, l'uva contiene una quantità di acidi assai inferiore rispetto all'origine ; inoltre vengono formati nuovi componenti odorosi, che ricordano la fragola e il lampone, oltre a un intenso fruttato dell'uva. :blink:
- storicamente il vino novello si fa risalire ad una tecnica studiata già da Pasteur impiegata per la prima volta in Francia nella zona della Borgogna (intorno alla cittadina di Beaujolais), negli anni ‘30 del XX secolo dal ricercatore Flanzy che sperimentò la conservazione dei grappoli in contenitori saturi di anidride carbonica (CO2) ed ottenne involontariamente un mosto gradevole e profumato. In Italia venne realizzato la prima volta da Angelo Gaja negli anni ‘70 con il «Vinot» e da Giacomo Tachis per il «S.Giocondo» dei Marchesi Antinori; :cry:
- È importante notare che il nostro Vino Novello è prodotto parzialmente con la stessa macerazione – infatti varia secondo il disciplinare variando dal 20 all' 80% (il residuo non può essere vino vecchio riciclato ma solo dell’ultima vendemmia) e utilizzando ben 62 vitigni diversi di cui solo 7 internazionali, impiantati in zone che spaziano dal nord al sud dell'Italia. La normativa italiana disciplina la produzione del Novello lasciando grande libertà alle aziende circa quantità minima di vino derivato da macerazione carbonica che deve essere contenuto all’interno del prodotto finale. L’unico limite stabilito è pari al 30%, che rappresenta il minimo per potersi appellare in tal modo. Si potranno quindi trovare in vendita vini che contengono il 100% di vino derivante da macerazione carbonica, come vini che ne contengono solo il 30%, con l’aggiunta del 70% di vino derivato dalla più tradizionale fermentazione. Le uve devono essere della medesima annata di vendemmia.
Dato che la qualità del novello è indiscutibilmente più alta nel primo caso, è necessaria la capacità di comprendere la qualità dei diversi prodotti in commercio, per poter assaporare un vino che possieda tutte le caratteristiche che lo rendono inconfondibile. :B):
- A differenza dei Francesi, che utilizzano solo il vitigno Gamay , noi utilizziamo un po’ tutti i vitigni . Il Novello è prodotto in tutte le regioni d’Italia, mentre il Beaujolais Francese viene fatto nei territori a nord di Lione. Le regole francesi sono però maggiormente rigide e costringono i produttori ad utilizzare unicamente il 100% di vino ottenuto tramite macerazione carbonica. Anche le date di inizio della vendita non coincidono: la nostra normativa prevede come data iniziale il 6 Novembre, mentre quella francese permette l’immissione sul mercato più tardi, il terzo giovedì dello stesso mese. :huh:
- Storicamente il primo Novello Doc è stato il Bardolino, prodotto con le uve dei vitigni corvina (in prevalenza), rondinella e molinara (i Veneti con i Toscani sono sempre tra i primi a darsi da fare su “creazioni” vinicole di tutti i generi!). I vitigni più utilizzati sono – nell’ordine- merlot, sangiovese, cabernet, Montepulciano e barbera. In crescita negli ultimi anni anche le produzioni di vini novelli monovitigni, fatti cioè esclusivamente da una singola varietà di uva, che utilizzato delle varietà autoctone, uve tipiche di un determinato territorio, come ad esempio: il Nero d’Avola Siciliano, il Cannonau Sardo o l’Aglianico Campano. Le aree italiane di maggiore produzione di questo vino sono soprattutto il Veneto, il Trentino Alto Adige e la Toscana. L’Italia conta una produzione di circa 15 milioni di bottiglie, le Denominazioni di Origine dove è previsto il Novello sono circa 60, mentre oltre 160 sono Indicazioni Geografiche Tipiche. :022.gif:
- Questo vino matura in breve tempo, tanto che deve essere imbottigliato entro la fine di dicembre e consumato entro pochi mesi. Questo perché mentre da un lato la macerazione carbonica consente di estrarre dall’uva profumi freschi e fruttati, dall’altro non permette di estrarre in numero sufficiente tutta un’altra serie di sostanze che garantiscono longevità al vino. Da notare che la parziale o limitata macerazione carbonica con cui sono prodotti vari vini novelli è utilizzata anche per avere dei vini molto simili a quelli ottenuti con la totale o in gran parte, macerazione carbonica e per dargli una vita decisamente più lunga. :007.gif:
- E' da sottolineare che il metodo di vinificazione con macerazione carbonica, oltre alle caratteristiche olfattive particolari, dona al vino un colore particolarmente vivo, con tonalità che ricordano il porpora e un gusto dove predomina la freschezza degli aromi. I vini novelli sono quindi leggeri, meno strutturati, morbidi e con pochi tannini, molto profumati soprattutto di aromi primari, fruttati con una dominante di albicocca e banana. :007.gif:
- per quanto riguarda l’abbinamento, per il vino novello l’accostamento tradizionale, dettato anche dal periodo, è quello con le caldarroste, ma si abbina molto bene con salumi non troppo grassi, formaggi poco stagionati e alle carni bianche. Un bicchiere di vino novello in questo periodo è particolarmente indicato per l’aperitivo, vista la sua semplicità ed il moderato grado alcolico. :mf_wave.gif:
-per la tipologia da scegliere, visto che in etichetta sono riportate ben poche specifiche, mi orienterei sui vitigni più eclettici poco tannici e fruttati quali: Merlot, Montepulciano d’Abruzzo, Barbera, Teroldego, Sangiovese recentemente anche il primitivo e la malvasia nera pugliese con meno sentori varietali ma certamente con più acidità fissa, che conferiscono al vino freschezza e armonia. Quindi interessanti, in genere, i vitigni con basso contenuto tannico che consente un migliore esaltazione della morbidezza e profumazioni :022.gif: .


Spero di non avervi tediato ma desideravo darvi un quadro abbastanza completo sull'argomento.
A presto, marco
:mf_wave.gif:

Edited by Acinoblu - 24/10/2009, 18:05
 
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incantatore
view post Posted on 24/10/2009, 17:34




grazie Marco :lol:
 
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view post Posted on 25/10/2009, 09:19
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La felicità è come una farfalla:dura il tempo di un battito d'ali

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:10ge2s8.gif: ciaooo Marco, che piacere rileggerti :grazie:
non ci tedi affatto, anzi ! è un vero piacere leggere i tuoi articoli. Per esempio, da brava ignorante qual sono in fatto di vini ( e anche di altre tantissime cose :D ) ho sempre creduto che vino novello e vino nuovo fossero la stessa cosa, e invece leggendoti scopro che sono due cose differenti.

Ora quando andremo a comprare il vino, farò sfoggio delle nozioni apprese e fregherò Yoghi :P , ma tanto ormai è rassegnato perchè prendo il tipo che voglio io, ..mi dice <ma se non lo bevi che ne sai ?> , e io rispondo...<fidatiiiii che ho studiatoooo> :D

grazie ancora acinoblu :grazie: :stellina.gif:
 
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pieraim
view post Posted on 25/10/2009, 13:43




Grazie Marco :grazie:
Anch'io sfoggerò queste conoscenze a tavola con i nostri amici ;)
 
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3 replies since 24/10/2009, 16:44   418 views
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