| Poste Italiane comunica che oggi 15 gennaio 2021 viene emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo celebrativo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nel 40° anniversario della fondazione, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€. Tiratura: trecentomila esemplari. Foglio da quarantacinque esemplari Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Bozzetto a cura di Maria Carmela Perrini. La vignetta riproduce, in alto a destra, il logo del 40° anniversario della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome affiancato, a sinistra, dalla penisola italiana con i profili delle Regioni e delle Province autonome che si evidenzia sulla raffigurazione, in grafica stilizzata, di una comunità di persone a rappresentare i cittadini italiani; suggella la composizione una banda orizzontale tricolore. Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio Postale di Roma V.R. Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it. Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata e una busta primo giorno di emissione, al prezzo di 15€. TESTO BOLLETTINO “La condizione attuale ha visto più volte la Conferenza delle Regioni sollecitare un riordino delle forme di raccordo tra Stato e autonomie territoriali, con specifiche proposte che meriterebbero di essere riprese. Si avverte la necessità di individuare, con maggiore precisione, sedi e procedure attraverso le quali il principio di leale collaborazione, caposaldo della giurisprudenza costituzionale, possa divenire sempre di più la cifra dei rapporti tra lo Stato, le Regioni e le autonomie locali. È importante che la soggettività politica delle Regioni si sviluppi, non in contrapposizione con l’indirizzo politico statale, ma in chiave di confronto e di cooperazione”. Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Dal discorso tenuto in occasione dell’incontro con i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome al Palazzo del Quirinale, il 4 agosto 2020, in occasione del 50° delle Regioni a Statuto ordinario. La complessa gestione dell’emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19 ha messo in mostra la resilienza dei nostri territori, la fondamentale importanza del servizio sanitario nazionale, la professionalità e il coraggio degli operatori sanitari, lo spirito di sacrificio e la capacità di reazione dei cittadini italiani. Ma ha dimostrato anche come gli organi costitutivi della Repubblica (Stato, Regioni ed enti locali) abbiano un orizzonte operativo e uno spazio strategico che, laddove capaci di generare leale collaborazione istituzionale, possono sprigionare le forze migliori e una solidarietà ineguagliabili. Sotto questo profilo, nel 2020 (uno degli anni più difficili della storia repubblicana) il rapporto Stato-Regioni ha rappresentato anche nella sua dialettica un architrave della nostra democrazia, un contributo ulteriore indispensabile a tenere “connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone”, come ha richiamato il Presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine anno, il 31 dicembre 2020. E in questo ambito un ruolo particolare, delicato e allo stesso tempo incisivo, è stato svolto dall’organismo che abbiamo l’onore di presiedere e che quest’anno, nel 2021, festeggia 40 anni. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è stata istituita, infatti, nel 1981, in un momento storico fondamentale per la storia del regionalismo del nostro Paese. Il dibattito sul futuro delle Regioni era infatti giunto a un punto di maturazione come dimostrerà, due anni più tardi, nel 1983 la nascita della Conferenza Stato-Regioni. Dopo un decennio di esperienza delle Regioni a statuto ordinario, caratterizzato da una certa diffidenza della burocrazia centrale nel rapporto con le istituzioni regionali, ci si interrogava in quegli anni su come affrontare snodi fondamentali per la modernizzazione della pubblica amministrazione, a partire dalla regionalizzazione del servizio sanitario. Fu proprio in questo contesto storico che la “Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome” (così fu inizialmente denominata nel 1981) svolse un ruolo prezioso. Una cerniera fra realtà e comunità territoriali differenti da un lato, e dall’altro canale univoco in una ormai imprescindibile interlocuzione costante con il Governo. Il confronto interregionale e la conseguente elaborazione di proposte comuni furono gli ingredienti di un sodalizio istituzionale che contribuì a calmierare forze altrimenti centrifughe in un movimento centripeto di coesione. Un meccanismo che rese le Regioni protagoniste di quel processo di riconoscimento e promozione delle autonomie locali in un quadro di unità della Repubblica, così come stabilito dall’articolo 5 della Costituzione. Un percorso che maturò in riforme importanti che rafforzarono progressivamente il ruolo delle istituzioni regionali e con esso la funzione della Conferenza delle Regioni. L’ulteriore definizione e l’ampliamento delle competenze della Conferenza Stato-Regioni e la nascita della Conferenza Unificata nel 1997, la semplificazione e il forte decentramento amministrativo che dal 1997 al 1999 portarono al trasferimento di importanti competenze (dall’agricoltura al lavoro, dall’istruzione tecnica e professionale al welfare), l’indicazione prima (1995) e l’elezione diretta poi (2000) del Presidente della Regione, la riforma del Titolo V della Costituzione (2001), furono solo alcune delle tappe di un processo che risentì anche della spinta propositiva della Conferenza delle Regioni. Oggi avvertiamo la necessità di proseguire quel percorso (come dimostra anche la strada già intrapresa da alcune Regioni per il riconoscimento di forme di autonomia differenziata), con uno spirito da “costruttori”, verso la sconfitta del virus e per la ripresa socio-economica del nostro Paese. Con un francobollo che ricorda non solo un anniversario, ma una raggiunta maturità, affranchiamo oggi - con un pizzico di nostalgia per le modalità di trasmissione delle vecchie missive, ma con lo sguardo rivolto alla comunicazione dei nostri tempi – una nostra lettera ai cittadini e alle istituzioni, con due avvisi che intendiamo come un invito ed una possibile risposta alle esigenze delle comunità regionali che rappresentiamo. Prima di tutto, occorre costruire insieme un Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per utilizzare in modo efficace le risorse stanziate dall’Unione Europea attraverso Next Generation EU, rispondendo tempestivamente ed efficacemente alle esigenze del sistema Paese e alle priorità territoriali. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha già cominciato la sua “opera di sollecitazione costruttiva” in un’ottica di confronto e collaborazione. In secondo luogo, ribadiamo quanto affermato nel documento consegnato al Capo dello Stato in occasione del 50° delle Regioni a Statuto ordinario: “Il rafforzamento del sistema delle autonomie, nel quadro dell’unità giuridica ed economica della Nazione, può favorire la transizione dell’amministrazione pubblica nel suo complesso a un più elevato stadio di efficacia ed efficienza, quale condizione imprescindibile per la tenuta del sistema istituzionale”. Se è vero che appare ormai “del tutto superata una ripartizione dei poteri legislativi tra Stato e Regioni secondo criteri di contrapposizione e reciproca esclusione”, è allora quanto mai urgente “assicurare centralità alle sedi della cooperazione interistituzionale e della concertazione tra i diversi livelli istituzionali, a partire dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, anche attraverso il riconoscimento costituzionale del “sistema delle Conferenze”, al fine di incrementarne l’incidenza nei procedimenti legislativi e decisionali con riguardo alle più rilevanti politiche pubbliche nazionali”. Stefano Bonaccini - Presidente Regione Emilia-Romagna - Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Giovanni Toti - Presidente Regione Liguria - Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
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