Paperando

Parliamo delle etichette sulle bottiglie di vino, Carta d'identità del vino

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Acinoblu
icon13  view post Posted on 18/3/2008, 22:27





Questa volta vorrei descrivere e commentare l’etichetta.

La sua forma, il suo colore e disegno attraggono il nostro sguardo verso una bottiglia piuttosto che un’altra, la fanno passare inosservata o addirittura sgradita.

Mediante l’etichetta è esaltato l’aspetto simbolico legato al vino che passa attraverso il segno grafico legato all’etichetta, l’uso dei colori, l’eleganza della carta o altro materiale, segni araldici o stemmi diversi di cui il produttore si può fregiare e che fanno riferimento ad un passato antico più o meno famoso.

Tutti questi elementi sono spesso frutto di ricerche approfondite tese a costruire l’immagine dell’azienda esaltando il legame con la terra, la tradizione, e facendo notare gli aspetti salienti del prodotto.

Per fare una similitudine con le autovetture potremmo paragonare l’etichetta al libretto di circolazione dell’auto.
L’etichetta, infatti, è la carta d’identità del nostro prodotto e deve specificare alcune caratteristiche del contenuto.

Innanzi tutto deve essere indicato a quale “denominazione” appartiene il vino secondo le norme in vigore (disciplinari di produzione).

Avremo quindi :
vini da tavola (V.d.t.),
vini a indicazione geografica tipica (I.g.t.),
vini a denominazione di origine controllata (D.o.c.),
vini a denominazione di origine controllata e garantita (D.o.c.g.).

Secondo questa terminologia sappiamo che il produttore o l’imbottigliatore hanno dovuto rispettare canoni di produzione più (D.o.c.g.) o meno rigidi (V.d.t.) che la legislazione Comunitaria ed Italiana impongono a chi mette in commercio il vino.

Le indicazioni – secondo il caso - possono essere riportate sull’etichetta vera e propria, sulla controetichetta, sul tappo, sulle fascette e sulla capsula.

Le specifiche minime previste dalla legge (V.d.t.), sono :
-il lotto di confezionamento (necessario per risalire all’origine del prodotto), -l’individuazione dell’imbottigliatore (che può essere il produttore stesso o un terzo),
- il luogo dell’imbottigliamento e
- la gradazione alcolometrica.

Per le I.g.t. e D.o.c. avremo ulteriori ed interessanti precisazioni circa
- l’anno della vendemmia,
- zona di produzione,
- tipologia dei vitigni,
- notizie sulla vinificazione e abbinamenti consigliati ecc.

La D.o.c.g. si distingue, in particolare, per l’obbligo di porre una fascetta sul collo della bottiglia che riporta una serie di riferimenti per la identificazione del prodotto.

Teniamo presente che la denominazione d’origine non è sinonimo di qualità, in quanto garantisce la provenienza dell’uva, il rispetto di procedure e determinati metodi di produzione e non offre alcuna certificazione sul risultato finale del prodotto, per intenderci, se la materia prima (uva) dovesse essere scadente per un’annata cattiva, difficilmente potrà essere realizzato, alla fine del ciclo di produzione, un vino di ottima qualità.

Al riguardo è significativo precisare che i Produttori più “seri”, quando l’annata non è considerata all’altezza del vino che si intende produrre, rinunciano a mettere in commercio il vino utilizzando diversamente il prodotto.

Per esempio la vendemmia 2002 non fu considerata degna per produrre un buon “Brunello di Montalcino” ragion per cui tanti produttori destinarono l’uva alla realizzazione del Rosso di Montalcino oppure ridussero il prezzo del Brunello stesso.

In ogni caso l’etichetta è il biglietto da visita del vino e consigliamo di leggerla sempre con attenzione prima dell’acquisto, più informazioni ci saranno sulla bottiglia più avremo modo di valutare “dall’esterno” il nostro vino prima di acquistarlo.

La controetichetta, sul retro della bottiglia, fornisce notizie sui vitigni utilizzati, la provenienza dell’uva, consigli sugli abbinamenti, ecc.

Un suggerimento: diamo importanza a chi ha imbottigliato il prodotto privilegiando il Produttore piuttosto che un terzo Imbottigliatore, cerchiamo la zona di provenienza dell’uva e il luogo di lavorazione del prodotto, verifichiamo se sono specificati i vitigni e, se ciò non si evince dall’etichetta, chiediamo informazioni al negoziante.

Dopo questa raccomandazione, di cui mi auguro, non ne abbiate bisogno, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo post sperando che queste poche righe siano servite a migliorare la vostra conoscenza sul Vino

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Edited by silvanapat - 21/3/2008, 07:27
 
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silvanapat
view post Posted on 24/3/2008, 07:09




ciao Acino,

inserisco qui un'etichetta che ho tolto da una bottiglia.
Cerchiamo di analizzarla!!

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A te l'ardua sentenza :007.gif: :007.gif: :007.gif: :007.gif: :007.gif:
 
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Acinoblu
view post Posted on 24/3/2008, 18:00




Cara Silvana, spero che tu non abbia bevuto recentemente questo vino in quanto molto probabilmente avrà avuto un gusto un pò "maderizzato" o comunque spento nei sentori e alla gustativa. Trattasi infatti di un rosso proveniente dai vitigni autoctoni tipici della zona. La produzione è di Cantina Cooperativa quindi grande produzione per ettaro (negativo) ma è imbottigliato direttamente (aspetto positivo) la gradazione è un pò bassa per la tipologia e sicuramente il vino non ha fatto legno........ergo non è un vino destinato ad essere conservato.Questo vino sarà stato messo in commercio prima dell'estate del 2002 e quindi andava gustato entro il 2004 max 2005 se ben tenuto. Rientra nella categoria dei vini venduti nei supermercati o discaunt alimentari ed il prezzo dovrebbe oscillare dai 2 ai 4 Euro (dipende quando è stato acquistato). Con l'uva di troia - se ben gestita in vigna ed in cantina - si può realizzare un buon vino di struttura e di gradevole beva con possibilità di migliorare nel tempo se vinificato in legno ed in purezza. Il fatto di essere stato "tagliato" con il bombino (non si sa con quale percentuale..... bisognerebbe esaminare la scheda tecnica ...) significa che l'enologo ha voluto "ammorbidire" i tannini vigorosi dell'uva di troia per mettere sul mercato il vino in tempo breve (classico per una cantina cooperativa di quella zona) :009.gif: . Possiamo considerarlo un vino da tutti i giorni se bevuto entro 1 max 2 anni dalla messa in commercio. Per ultimo segnaliamo che è una d.o.c. in quanto prevista dal disciplinare di zona una vinificazione con tali vitigni specifici del luogo (dato comunque positivo in quanto la produzione e vinificazione è avvenuta in loco). Che dire ancora.... le citazioni sulla controetichetta non sono particolarmente accattivanti specialmente la dizione "vinoso" che non è una specificità ma carattere comune a tutti i vini di tale tipologia. Se lo hai bevuto spero ti sia piaciuto......., fammi sapere se ritieni di non condividere in tutto o in parte le mie considerazioni. :woot:
Un salutone a tutti.
 
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silvanapat
view post Posted on 25/3/2008, 08:58




Allora, per chiarezza questa era una vecchia bottiglia che usavo per riempire d'acqua i contenitori dei termosifoni.
Ho visto l'etichetta e mi è venuta in mente l'idea di fartela analizzare, giusto per rompere il ghiaccio.
Il sapore non lo ricordo ma devo averlo usato in cucina e poi la bottiglia mi è stata regalata. :woot: :woot: :woot:
Dopo questa pessima figura, cercherò di mettere l'etichetta di un vino più recente. :10ge2s8.gif: :10ge2s8.gif:
 
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view post Posted on 25/3/2008, 14:43
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La felicità è come una farfalla:dura il tempo di un battito d'ali

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:o: urca Acinoblu! quante cose che non sapevo!! e io che credevo bastasse prendere una bottiglia dallo scaffale e basta! :blink:
Grazie !! :022.gif: :42m5b8n.gif: ho letto con vero interesse ....ora ogni volta che prenderò in mano una bottiglia di vino mi leggerò bene bene le etichette :022.gif:

CITAZIONE
Allora, per chiarezza questa era una vecchia bottiglia che usavo per riempire d'acqua i contenitori dei termosifoni.

silvanaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :007.gif: :007.gif: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: miticaaaaaaaaaaaaaaa!!! :P :D :D :D
 
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