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| Per avere un buon aceto anche il vino deve essere buono, per il balsamico viene di norma scelta uva bianca di trebbiano e diversi tipi di lambrusco, si ritarda il più possibile la vendemmia in modo da conferire la massima maturazione all’uva.
Si procede alla pigiatura e separazione del mosto dai graspi prima che inizi la fermentazione, si filtra e si procede alla bollitura, lenta e prolungata fino ad ottenere la concentrazione desiderata a seconda dell’annata (fino al 70%), dell’uva impiegata e della “filosofia” produttiva dell’acetaia.
Il mosto cotto ottenuto viene filtrato e, una volta a temperatura, ambiente viene immesso nelle botticelle.
Semplificando al massimo la procedura diremo che l’invecchiamento avviene in una serie di botticelle poste in batterie di capienza diversa decrescente (dai 60 ai 150 litri la più capiente) per immissione del prodotto in legni di rovere, castagno, gelso, ciliegio, frassino e ginepro, ognuno dei quali cede un particolare aroma all'aceto e lo rende "unico"; trascorsi almeno 12 anni dalla prima immissione, ogni anno il barile più piccolo fornisce qualche litro di prodotto mentre la diminuzione dovuta alla concentrazione viene compensata con l’aggiunta del mosto cotto nel barile più capiente.
L’aggettivo “tradizionale” è sinonimo di qualità in quanto differenzia il prodotto da tutti gli altri che non riportano appunto tale denominazione. L’aceto balsamico tradizionale per essere imbottigliato deve essere valutato da una commissione di 5 esperti che autorizzano la commercializzazione unicamente al prodotto che risponde ai requisiti standard visivi olfattivi e gustativi.
E’ disponibile in due tipi differenziati in base ai rispettivi periodi di invecchiamento: da 12 anni fino a 25 anni e oltre per il prodotto che riporta la dicitura extra vecchio.
Il balsamico di 12 anni grazie al profumo tenue, delicato e la buona acidità può arricchire carpacci, pinzimoni, insalate; può essere utilizzato per insaporire a fine cottura crostacei, costolette d’agnello, petti di pollo e carni rosse poco cotte.
Il balsamico di 25 anni o più ha delle caratteristiche diverse, perché si è affinato ulteriormente. Si usa più a crudo, ha un profumo più intenso, con tendenza al dolce, ricco e coprente rispetto all’acidità.
E’ ottimo utilizzato a crudo nella maionese, e nelle salse per bolliti o pesci, nei risotti con verdure o con scampi, nei primi piatti ricchi e nobili, come il filetto di manzo o il fegato d’oca.
L'aceto extra vecchio è un prodotto straordinario e complesso, ricco di profumi e armonia di sentori più sul dolce che sull’agro, nobile di struttura, suadente e persistente. E’ adatto per formaggi importanti, saporiti e piccanti, per macedonie di frutti di bosco, fragole o ciliegie, per creme pasticcere o gelati, per il panettone o per lo strudel, ma soprattutto è un vero e proprio elisir da sorbire, volendo, in cucchiaio o bicchierino a fine pasto.
Attenzione comunque: l’aceto balsamico che troviamo nei supermercati non è quello tradizionale, lo stesso dicasi per gli altri aceti o condimenti balsamici, di norma sono aceti di vino con aggiunta di mosto cotto, alcune volte hanno subito un passaggio in botte ma la qualità e le caratteristiche organolettiche non hanno niente a che vedere con il vero aceto Balsamico Tradizionale.
La differenza è paragonabile a quella tra una Fiat punto e una Ferrari! Edited by silvanapat - 25/3/2008, 09:04
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