Cavalluccio marino
Classe: pesci
Dieta: carnivoro
Durata media della vita in libertà: 1-5 anni circa
Dimensioni: 1,5-35 cm
Raggruppamento: branco
Lo sapevi? I cavalluci marini non hanno né denti né stomaco. Il cibo passa così velocemente dal loro apparato digerente che devono mangiare continuamente per rimanere vivi.
A rendere così unico il cavalluccio marino non è solo la sua curiosa forma equina. A differenza della maggior parte degli altri pesci, i cavallucci sono monogami e compagni per la vita. E, caratteristica ancora più bizzarra, sono l’unica specie sulla terra in cui è il maschio a partorire i piccoli.
Diffusi nelle acque poco profonde e temperate di tutti i mari, questi nuotatori verticali, parenti dei pesci pipa, possono misurare dagli 1,5 ai 35 centimetri di lunghezza. I maschi sono provvisti di una sacca marsupiale collocata sotto il petto. Qui, dopo l’accoppiamento, la femmina deposita le sue uova che spetta al maschio fertilizzare. Le uova rimangono all’interno della tasca paterna fino alla schiusa, dopo la quale i cavallucci, pienamente formati, sono pronti a lasciare il marsupio.
A causa della loro forma, i cavallucci marini non sono abili nuotatori e capita spesso che muoiano per affaticamento quando si trovano a nuotare in acque particolarmente mosse e agitate. Si muovono usando come propulsore una piccola pinna dorsale, alla quale imprimono fino a 35 oscillazioni al secondo. Più piccole di quella dorsale, le due pinne pettorali, poste dietro la testa, servono al cavalluccio per le manovre.
Con la sua coda prensile, si ancora alle alghe e ai coralli e usa il suo muso allungato per aspirare il plancton e i piccoli crostacei che gli fluttuano intorno. Contraddistinto da un vorace appetito, il cavalluccio non smette mai di aspirare il suo cibo e può arrivare a consumare più di 3,000 gamberetti al giorno. Non abbiamo a disposizione dati demografici completi su tutte le 35 specie di cavallucci marini sparse per il mondo. Tuttavia, il generale impoverimento degli habitat costieri, l’inquinamento e la pesca incontrollata – soprattutto in Asia, a fini terapeutici – espongono varie specie al rischio di estinzione.
FONTE:www.nationalgeographic.it