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Fukushima, ora la sfida più difficile

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view post Posted on 15/11/2011, 17:43
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A otto mesi dal disastro della centrale nucleare, la bonifica della zona contaminata è appena cominciata. Enormi quantità di suolo e acqua contaminati, e "punti caldi" anche a molta distanza dalla zona rossa sono i principali problemi


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Tra le rovine del reattore

Hanno a che fare con il decadimento nucleare all'interno del reattore, con enormi quantità di suolo e acqua contaminati, e con "punti caldi" scoperti anche a molta distanza dalla zona rossa che circonda la centrale nucleare Fukushima Daiichi.

A otto mesi dal secondo peggiore incidente nucleare della storia, i tecnici giapponesi addetti alla bonifica devono affrontare queste e altre sfide a dir poco impegnative.

Una squadra di esperti della International Atomic Energy Agency (IAEA) - nella foto mentre esamina il reattore 3 - ha chiesto al governo giapponese di "evitare scelte troppo conservatrici" nel corso delle operazioni di bonifico. Nel frattempo, il governo giapponese e la TEPCO (Tokyo Electric Power Company) sono sottoposti alla costante pressione della comunità e dei gruppi di cittadini preoccupati che la politica di bonifica non sia abbastanza efficace.

Gli obiettivi delle autorità sono cambiati in maniera sostanziale rispetto alle prime settimane successive allo tsunami dell'11 marzo, che ha inondato la centrale elettrica compromettendo il suo sistema di raffreddamento e scatenando esplosioni ed emissioni di materiale radioattivo.

Oltre 80.000 famiglie nel raggio di 20 chilometri dalla centrale sono state evacuate, e lo sforzo frenetico di alleggerire la pressione e abbassare le temperature nella centrale hanno sfibrato gli operatori per settimane intere.

Ora gli osservatori esterni ritengono che le condizioni all'interno della centrale siano relativamente stabili, ma restano diverse incognite.

Il 2 novembre, ad esempio, gli addetti della TEPCO hanno individuato elementi radioattivi che indicavano episodi di fissione nucleare all'interno del reattore 2. La squadra ha iniettato acqua e boro per arrestare quella che temevano potesse essere una reazione incontrollata. Ma le autorità giapponesi hanno concluso in seguito che era avvenuta una fissione spontanea come conseguenza del decadimento radioattivo e non la reazione a catena della fissione nucleare.

"Ciò dimostra che c'è una consapevolezza ancora molto limitata sullo stato dei materiali all'interno dei reattori", ha dichiarato Edwin Lyman, scienziato specializzato in sicurezza globale dell'organizzazione non-profit Union of Concerned Scientists.

-Jeff Smith


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La potenza del mare

Una pompa per l'acqua danneggiata al di fuori della centrale nucleare di Fukushima testimonia gli sforzi frenetici messi in atto per arginare il decadimento del carburante nucleare lo scorso marzo.

"Oggi il vero obiettivo delle attività di bonifica va al di là della stabilizzazione dei reattori", spiega Neil Wilmshurst, vicepresidente del settore ricerca dell'industria elettrica, l'Electric Power Research Institute di Palo Alto, California. "La vera sfida per la TEPCO oggi è la bonifica dell'acqua".

Decine di migliaia di tonnellate di acqua contaminata portata dallo tsunami, dalle iniezioni di acqua per raffreddare i reattori e dalla pioggia filtrata attraverso le strutture danneggiate giacciono tuttora negli edifici del reattore e nelle turbine.

La TEPCO ha scaricato oltre 10.000 tonnellate di acqua contaminata in mare prima che si riuscisse a organizzare una struttura di trattamento dei rifiuti nucleari a giugno. Il sistema però non funziona ancora alla perfezione, e molti temono che la TEPCO non sia in grado di trattare l'acqua abbastanza in fretta da evitare un'ulteriore sversamento con conseguente contaminazione del mare.


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Un aiuto da Hiroshima

Volontari provenienti da Hiroshima, la prima città a essere distrutta da un ordigno nucleare, si sono recati a Fukushima per assistere i loro compatrioti che subiscono le conseguenze di un incidente nucleare in tempo di pace. Qui sono ritratti il 24 ottobre mentre cercano di rimuovere sostanze radioattive da un peschereccio a Minamisoma, nella prefettura di Fukushima.

Il gruppo include ex operai della centrale nucleare e sopravvissuti del bombardamento atomico americano del 1945. Il loro obiettivo in questo specifico progetto è di rendere nuovamente utilizzabile il peschereccio nella foto.

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Partita a rischio

Un tecnico monitora i livelli di radiazione prima dell'inizio del torneo di baseball dalla prefettura di Fukushima a Koriyama, a circa 60 chilometri dalla centrale danneggiata.

Alcuni siti appena al di fuori della zona rossa oggi hanno un livello di radioattività in linea con la media mondiale per le radiazioni naturali.

Altri siti però denotano ancora livelli molto alti. In una località a 32 chilometri dalla centrale in direzione nord-est sono stati rilevati 300 microsievert (0,3 millisievert) di radiazione in un periodo di 24 ore tra il 31 ottobre e il 1 novembre.

Per quanto il livello sia decisamente inferiore a quello effettuato nello stesso sito a marzo, si tratta di una quantità di radiazione superiore a una radiografia al torace ogni giorno e comunque al di sopra del livello annuale di radiazioni che si ritiene sufficiente per causare l'insorgere di tumori negli adulti.

Gli abitanti di alcune zone con livelli alti di radiazioni sono stati messi in allerta per una possibile evacuazione. Lo scorso mese infatti sono stati individuati dei "punti caldi" fino a 240 chilometri dalla centrale di Fukushima in direzione sud, il che, secondo Lyman della Union of Concerned Scientists, "evidenzia la natura molto incerta del processo di dispersione e deposito degli isotopi".

Almeno inizialmente, continua Lyman, il governo non ha monitorato a sufficienza, e molti di questi punti a rischio sono stati scoperti grazie a iniziative dei cittadini.


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Il problema del suolo

Una scavatrice rimuove terra contaminata in un parco di Koriyama, prefettura di Fukushima, il 17 ottobre.

Il ministro per l'ambiente giapponese stanzierà oltre 10 miliardi di euro per i progetti di decontaminazione entro la fine del prossimo anno fiscale, ma i ricercatori dell'Università di Kyoto hanno stimato che occorrano oltre 9 miliardi di euro solo per decontaminare il terreno in un'area di 51.800 ettari.

La maggiore preoccupazione è rappresentata dall'isotopo Cesio 137, la cui radioattività si dimezza nell'arco di 30 anni.


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Il dilemma dei rifiuti

Una montagna di tute antiradioattive ammucchiata in una discarica di materiale radioattivo a J-village, un centro di allenamento per calciatori convertito in discarica.

Il governo nazionale ha annunciato che si assumerà la responsabilità di liberarsi di ceneri e fango con alti livelli di cesio a Fukushima e in altre prefetture vicine.

Ceneri radioattive risultanti dal processo di smaltimento dei rifiuti sono già state trovate in 42 discariche di rifiuti a Tokyo, Fukushima e altre cinque prefetture a fine agosto. Un inceneritore nella prefettura di Chiba, 282 chilometri a sud di Fukushima, è stato chiuso per via degli alti livelli di cesio radioattivo nelle ceneri residue.

Il governo ha dichiarato che creerà una struttura di stoccaggio temporanea nella prefettura di Fukushima entro tre anni con una capacità di 15-28 milioni di metri cubi. I rifiuti dovrebbero restare nel sito per un massimo di 30 anni prima di essere trasferiti in una discarica permanente al di fuori della prefettura.

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Una speranza per gli agricoltori

Volontari al lavoro per la decontaminazione del suolo di un orto privato vicino a Fukushima il 29 ottobre.

La prefettura di Fukushima era la quarta area agricola del Giappone, primo produttore di frutta, verdura, tabacco e seta grezza. A oggi, molti campioni di pesce, funghi e carne provenienti dalla prefettura di Fukushima continuano a risultare contaminati da radiazioni secondo i dati rilasciati dal ministero per la salute giapponese all'inizio di novembre.

Il sette novembre, tuttavia, è stato dato il via libera alla distribuzionone e al consumo di verdure a foglia larga e rape prodotti in alcune aree della prefettura. Le foglie di tè e la carne di manzo proveniente dalle stesse zone rimangono invece nella lista nera dei prodotti contaminati.

Di recente le autorità giapponesi hanno dichiarato che l'obiettivo per i terreni agricoli è di ridurre i livelli di radiazione nell'aria del 50% entro i prossimi due anni.

Sono stati condotti diversi test per determinare il modo migliore per bonificare i terreni agricoli, ma ancora una soluzione definitiva non è stata trovata. In un sito è stato rimosso uno strato di terreno con alti livelli di cesio radioattivo e vi è stato ripiantato il riso. In altri siti è stata tentata la strada degli scavi profondi.

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Ritorno a scuola

Insegnanti e genitori lavorano per la decontaminazione della scuola elementare di Omika, appena fuori la zona rossa di Minamisoma, nella prefettura di Fukushima.

Omika, assieme ad altre quattro scuole della zona, è stata riaperta a metà ottobre dopo la decontaminazione.

Minamisoma si trova 24 chilometri a nord della centrale nucleare, mentre la elementare di Omika si trova a 21. Le autorità giapponesi hanno ordinato agli abitanti di un'area compresa entro i 20 chilometri dalla centrale di abbandonare le loro case poco dopo l'incidente di marzo, e in seguito hanno esteso la raccomandazione a chi viveva entro un raggio di 30 chilometri. Oggi gli abitanti di Minamisoma continuano a vivere nelle loro case ma sono molto preoccupati, tanto che i responsabili delle scuole riaperte hanno consigliato ai genitori di portare i figli a scuola in automobile piuttosto che lasciarli andare a piedi.

Gli effetti dell'esposizione a bassi livelli di radiazione possono impiegare decenni prima di manifestarsi, e secondo Lyman della Union of Concerned Scientists "resta tuttora il dubbio sul numero di bambini esposti a livelli significativi di radiazioni nei primi giorni successivi all'incidente". Come nel caso di Chernobyl, ha aggiunto, gli effetti potrebbero manifestarsi dopo 10 anni o più.



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