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| Il gelato
Il gelato ha, come accade per molti altri alimenti tipici, un'origine controversa. Alcuni storici dell'alimentazione ne attribuiscono la nascita alla corte fiorentina di Caterina de' Medici. L'origine italiana è stata ampiamente onorata nei secoli, in quanto il gelato italiano è tutt'oggi uno degli alimenti più conosciuti del nostro paese. Dal punto di vista della produzione, esistono due tipi di gelato: quello industriale e quello artigianale. Di solito è molto facile conoscere le informazioni nutrizionali del gelato industriale (confezionato in coppette, biscotti, coni o vaschette), in quanto sulla confezione di quasi tutti i prodotti moderni sono riportate le kcal per 100 g e la ripartizione in macronutrienti. Ben più difficile è invece stimare l'apporto calorico dei gelati artigianali, in cui le proporzioni degli ingredienti più calorici (in particolare lo zucchero e per alcuni tipi il cacao o frutti come la banana, l'avocado o la frutta secca) dipendono di gran lunga dalla ricetta dell'artigiano che prepara il gelato. La principale differenza tra il gelato artigianale e quello industriale è l'uso da parte del primo di sole sostanze fresche con l'esclusione di conservanti che ne fa un prodotto abbastanza deperibile (al massimo tre o quattro giorni). Il gelato si forma agglomerando a poco a poco l'aria nella miscela a base di latte fresco, zucchero e altri ingredienti a seconda del gusto. Come sa chi utilizza le gelatiere casalinghe, una volta preparata la base del gelato abbastanza liquida, la si deposita nella gelatiera; durante la gelatura della miscela, il movimento delle pale incorpora l'aria rendendo il gelato morbido e consistente.
Nel caso di gelati industriali si utilizzano molto spesso latte in polvere, succhi di frutta in luogo della frutta fresca e altre sostanze (oltre ai conservanti) come coloranti, additivi per emulsionare meglio la miscela, stabilizzanti e aromi per sopperire alla mancanza di frutta e degli altri ingredienti base e rendere il prodotto più gustoso. Gli additivi più usati sono l'agar-agar (E 406), la gomma arabica (E 414) e l'alginato di propilenglicole (E 405); in genere nessuno degli additivi usati nei gelati industriali può definirsi pericoloso o anche solo sospetto. Il vero problema dei gelati industriali è negli ingredienti: scartate quelli che fanno uso di margarina e di grassi/oli vegetali idrogenati. Nei gelati industriali è più alta la presenza di aria, a parità di peso e per questo motivo risultano più leggeri e schiumosi. Dal punto di vista nutrizionale il gelato è un alimento molto variabile, con un apporto calorico che può andare da 100 (i sorbetti, spesso confezionati con poco zucchero, più frutta, senza latte, sostituito da albume d'uovo montato a neve) a 250-300 per quelli più calorici, generalmente a base di panna, cacao e con l'aggiunta di altri componenti (biscotti, nocciole). Nelle informazioni alimentari riportate si fa quindi una distinzione tra gelato alla crema di latte, in cui il latte e i suoi derivati sono presenti per almeno il 7% con un contenuto di zucchero che arriva al 13%, e gelati alla frutta dove il contenuto in frutta è pari almeno al 15% (fanno eccezione gli agrumi, che di solito sono presenti in percentuale minore attorno al 10%) con un 18% di zuccheri. È importante notare che il gelato è uno dei cibi in cui è più facile fare confusione fra calorie del prodotto riferite a 100 g e calorie riferite al singolo pezzo: un singolo gelato al biscotto da 33 g può apportare 114 kcal, ma si tratta di un alimento molto calorico perché riferito a 100 g dà 336 kcal; un gelato da 50 g che apporta 124 kcal è meno calorico perché, riferito a 100 g di prodotto, apporta solo 242 kcal.
Per quanto riguarda la ripartizione in macronutrienti, essa è notevolmente variabile, ma si può stimare che il contenuto proteico, proveniente dal latte, sia compreso tra 2,7 e 3,6, il contenuto in grassi vada da un minimo di 2,7 a un massimo di 15-20 (quelli a base di panna) e il contenuto in carboidrati sia mediamente 25-35. Naturalmente altri ingredienti possono far salire il contenuto di lipidi (in particolare l'aggiunta di panna e di oli vegetali, molto spesso idrogenati) e di carboidrati (con l'aggiunta di zucchero). Esistono in commercio gelati a base di latte di soia, che sostituisce il latte vaccino, e che per questo presenta un contenuto di colesterolo nullo
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